Firenze2015 WORKSHOP Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

zato. Ma c’è una ancora maggiore quantità di risorse slegate dalla logica strettamente commerciale e mercantile, pur legittima ed importante, che possono essere destinate e indirizzate a rivalutare quello che è considerato ancora una delle cose più belle e importanti del mondo, che noi abbiamo, ma sul quale non riusciamo ad attrarre. Lo stato di languore e di disinteresse nel quale giace la cultura italiana è un problema di soldi o di progetto e di governance? È un problema di progetto e di governance, non di soldi. Anche noi su questo dobbiamo contribuire a cambiare la logica del di- scorso. I vincoli di bilancio ci sono, le difficoltà esistono, tagliamo i costi, non fer- miamo gli investimenti, anzi riprendiamo ad investire su quello che ci dà un vantaggio competitivo, facciamolo con delle riforme vere, autentiche e con grande rigore. I prossimi appuntamenti li svolgeremo nei mesi a venire, siamo partiti un po’ in fretta perché il dibattito sui temi che trattiamo è in corso, volevamo comunque iniziare un percorso. Ci siamo avvalsi di relatori che hanno dato la loro vita in maniera seria alla tutela e allo sviluppo di un’attività così straordinaria. Continue- remo sul piano dell’educazione della formazione, soprattutto su come si promuove la cultura della storia dell’arte e dell’educazione italiana, quindi proprio sul tema dell’education; del rapporto fra grandi città, riqualificazioni urbane e tutela del patrimonio culturale delle città, altro tema fondamentale, strettamente collegato. Soprattutto è molto importante riuscire a mettere insieme il grandissimo poten- ziale dal punto di vista dello sviluppo della crescita del Pil, dell’occupazione, della capacità competitiva di Paese, valorizzare la cultura come un investimento e non solamente come un costo da tagliare. Lo dico nella logica della visione che la cul- tura non sia solamente una fonte di ricchezza, che è certamente, ma è anche una grandissima responsabilità da cui non possiamo prescindere. Al tempo stesso ab- biamo la responsabilità di utilizzare al meglio tutte le opportunità per creare oc- cupazione e sviluppo, ma abbiamo anche un’assoluta responsabilità di saper proteggere e tutelare quello di straordinario che noi abbiamo, e al tempo stesso abbiamo il dovere di rimettere in moto i nostri cervelli, perché non possiamo solo vivere su quello che hanno fatto gli altri, dobbiamo anche noi saper creare qualche cosa di cui i nostri figli e le future generazioni possano essere orgogliosi. Grazie a tutti, soprattutto per il contributo che ci avete dato. 4. Intervento conclusivo 71

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