Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

fra gli individui più intraprendenti, più impazienti nel trovare una soluzione al- l’indigenza, attratti dalle opportunità che nel frattempo rendevano ricchi i paesi più capaci nella modernizzazione. La combinazione di questi fattori ha generato una propensione alla scoperta e una ricerca di nuovi mercati che oggi trova una concreta rappresentazione nel ruolo positivo e di spinta assunto dall’export industriale, il fattore che mostra anche in periodi di recessione la più straordinaria solidità per la nostra economia. Una parte importante delle imprese italiane, anche grazie a un tale background storico e di tradizione, hanno accolto positivamente la sfida della globalizzazione. I caratteri della presenza italiana nei mercati mondiali sembrano ancora riproporre una logica light, molto commerciale, ma sempre a proprio agio in ambiti produt- tivi di nicchia e prevalentemente ad alto valore aggiunto, come nei beni di lusso o di design. Ma oggi la presenza italiana all’estero è sempre più vestita di tecnologia e di inno- vazione, entrambe incorporate nei prodotti finali, o all’interno delle catene globali del valore, delle filiere produttive e delle reti integrate. Qui la tradizionale abilità nelle relazioni con fornitori e clienti sopperisce alle più bassa caratura nei rapporti di potere economico che riportano alla scala globale. Fino ad oggi l’avventura italiana all’estero non ha potuto contare su un supporto del sistema nazionale, cosa che è apparsa invece scontata in altri paesi nostri con- correnti. L’ordine sparso con cui si sono mossi gli imprenditori italiani sembra an- cora una volta riprodurre il modello del mercante-viaggiatore che si è consolidato nel tempo. Per rendere ancora vincente questo modello occorre, tuttavia, puntare al rafforzamento del brand italiano e alla valorizzazione di quella dimensione cul- turale nascosta, che, come alone impalpabile, si muove intorno ai prodotti italiani. Un asset culturale intangibile di cui l’Italia unicamente dispone. Arte, cultura e impresa 100

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