Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

Il Nord Est è l’area dove si concentrano i giudizi più negativi (ben il 13,9% pensa che il nostro primato culturale appartenga ad un passato ormai lontano), mentre al Sud, l’incapacità di valorizzare le ricchezze culturali diffuse condiziona pesan- temente i giudizi. Tali valutazioni nascono anche dalla specifica considerazione di quanto il richiamo culturale esercitato dal nostro Paese abbia effetti importanti a livello economico, nell’alimentare quel “brand Italia” alla base del successo di tante produzioni na- zionali. Circa 3 Cavalieri su 4 (75,9%) pensano infatti che l’investimento in cultura, sia pubblico che privato, sia prioritario per continuare ad alimentare quell’eccellenza che da più parti ci viene riconosciuta, anche a livello produttivo, grazie al richiamo di concetti quali cultura, bellezza, sapienza, che il nostro Paese esercita (tab. 2). Altri si spingono ancora oltre, ipotizzando che da un calo di reputazione e di im- magine del nostro Paese da un punto di vista culturale potrebbe addirittura deri- varne un calo di competitività per le nostre imprese: di questo sono molto convinti il 43,1% dei Cavalieri interpellati e un altro 44,5% che si dichiara “abbastanza” convinto; solo 10 Cavalieri su 100 pensano invece che un deterioramento dell’im- magine culturale dell’Italia abbia poco o nulla effetto sulla competitività delle no- stre produzioni. Arte, cultura e impresa 126

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