Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

A ciò si aggiunge che le aperture avvenute negli anni hanno tentato di scardinare un quadro – normativo e culturale – ormai cristallizzato, perché frutto di sedi- mentazione di decenni. Un quadro caratterizzato da un lato, dall’esistenza di una normativa di riferimento che penalizza nei fatti l’accesso del privato nella gestione dei beni culturali (è questo il fattore principale di ostacolo indicato dal 29,9% degli intervistati); dall’altro lato, da una diffidenza di fondo, di tipo culturale e sociale, nei confronti del privato che opera in ambito culturale (22,4%). Solo il 10,9% pensa invece che il settore sia poco redditivo, e quindi poco interessante da un punto di vista imprenditoriale, mentre è praticamente unanime il giudizio sul fatto che la presenza attuale dei privati sia molto scarsa. Le valutazioni tendono però a variare da area ad area. Al Sud, i Cavalieri chiamano maggiormente in causa la scarsa redditività del settore (indica tale item il 22,2% contro il 9,3% dei Cavalieri del Centro e il 5,6% del Nord Est). Al Centro invece, a pesare di più è l’attuale quadro normativo, individuato da quasi il 40% dei ri- spondenti come il principale ostacolo all’accesso dei privati nel settore. Infine, il terzo aspetto riguarda la disponibilità che i Cavalieri dimostrano nel gio- care un ruolo maggiormente protagonista in ambito culturale, investendo in questo proprie risorse. Coerentemente con quanto finora emerso, alla domanda su quali interventi potrebbero risultare più efficaci per favorire una maggiore messa a valore delle risorse culturali del Paese, il punteggio più alto lo raccoglie l’ipotesi di una maggiore incentivazione dell’investimento privato, liberalizzando le forme di spon- sorizzazione e aumentando i margini di defiscalizzazione (in una scala da 1 a 5, tale item raccoglie un punteggio medio di 4,2). Un dato questo che testimonia, oltre che la consapevolezza del contributo che l’imprenditoria potrebbe dare in questo modo alla cultura, anche il desiderio di poter giocare in tale ambito un ruolo più attivo, nell’interesse del Paese e dello stesso mondo produttivo (fig. 2). 5. Documenti 133

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