Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa
Ieri con l’Accademia della Crusca eravamo qua per un evento annuale “La Piazza delle Lingue” e si sottolineava come l’italiano abbia viaggiato per il mondo prin- cipalmente accompagnando il fiorino nelle lettere di cambio. La cultura quindi, attraverso la lingua, strumento identitario, ha viaggiato con la ricchezza. E ancora qui a Firenze, la ricchezza non è stata soltanto le arti i mestieri e quello che cono- sciamo bene, è stata la solidarietà, pensiamo allo Spedale degli Innocenti, un fatto unico, che mantiene ancora la funzione che le impartirono le ricchezze fiorentine, i banchieri, nel rinascimento. Fu una lungimirante impresa quella di dedicare una quota di ricchezza a sostenere i più deboli, i piccoli, gli abbandonati, e tutt’ora ri- mane la funzione incarnata in quel luogo magnifico che è l’Istituto. Questo per dire che c’è una circolarità tra il valore che la bellezza produce e il valore che la bellezza riveste. Questa circolarità richiede la lungimiranza e l’impegno di tutti, non solo di chi deve produrre le politiche adeguate a creare le condizioni, qui c’è il Ministro Calenda, fra poco arriverà il Ministro Franceschini, sono i due princi- pali attori nel nostro governo su questo fronte. Ma ci deve essere anche l’impegno di tutti gli altri soggetti di tutti gli attori in commedia: istituzioni, nazionali e lo- cali, gli enti di custodia le sovraintendenze e chi ha il compito di produrre. Voi imprenditori credo che oggi siate nel luogo giusto per riflettere su tutto questo, per confrontarvi e per trarre ispirazione da quella, che qualcuno ha sottolineato essere la vera ragione del miracolo italiano del dopoguerra, la bellezza. E chiudo proprio citando l’economista americano John Kenneth Galbraith, che in un suo saggio, pubblicato in economia della cultura, a conclusione di una serie di consi- derazioni sul miracolo italiano dice che “la ragione vera della ripresa post-bellica è che l’Italia ha incorporato nei suoi prodotti una componente essenziale di bel- lezza”. Trovo che noi abbiamo il compito di potenziare, allargare la portata di que- sta affermazione, perché questa bellezza ricevuta in dono, è in realtà un grande vincolo di responsabilità, non deve essere soltanto mantenuta sterilizzata nella sua consistenza materiale, deve essere conservata nella sua consistenza funzionale e nella sua capacità di ispirazione. Questi monumenti di pietra magnifici, non sono nulla se non sono vivi, noi siamo preda ogni anno di tredici milioni di turisti che passano da qui come tante formichine e portano via una parte dell’energia com- 1. Indirizzi di saluto 13
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