Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

di questo tipo di crescita meno polarizzata che sta determinando una gigantesca crisi delle democrazie occidentali liberali come non si era mai visto dagli anni ’30. Per questo io penso che oggi dobbiamo dare un messaggio di positività, perché questi sono driver di sviluppo che la classe media alimenterà, ma allo stesso tempo dobbiamo sviluppare un senso di urgenza che cerco di portare anche nella mia at- tività, cerco di parlare in modo chiaro di quello che si può ottenere dal ragiona- mento, su che cosa abbiamo fatto fino ad oggi, su quello che possiamo fare in Europa e quello che non si può ottenere. Io credo che una governance più forte e un grande piano di investimenti siano l’unico modo per uscire. Lo diceva prima molto bene il vice sindaco, questi sono driver di crescita, se a sostenerli c’è un pen- siero lungo si portano dietro tutto il paese. Se si ha la sensazione che rimettere tutto insieme è una sfida, dicendo che la sfida non è facile, ma non si può più raccontare a nessuno che è semplice e facile, lo abbiamo fatto con la globalizzazione ed è stato un disastro. Abbiamo raccontato che sarebbe stato un processo non contraddittorio, semplice, che avrebbe portato benefici a tutti, si sarebbe superata la storia e il mondo sarebbe diventato piatto. Non è successo niente! Oggi si devono spiegare i fenomeni che arrivano con l’innovazione tecnologica, hanno pro e contro, si devono affrontare e ci saranno difficoltà quando lo faremo, ma se lo facciamo nella chiave degli inve- stimenti, se questo ragionamento lo portiamo nel paese, penso che questo sia lo spirito di ottimismo razionale che la gente può sentire. Dunque, quando parliamo di arte, cultura e impresa penso che dobbiamo rinun- ciare alla retorica dell’idea che siamo vincenti per forza, perché siamo vincenti, ma siamo vincenti in troppo pochi e se non diventiamo in molti questo paese e più generale l’Europa e più in generale l’Occidente, prenderà una strada che noi abbiamo visto prendere in altre epoche, mai la storia si ripete nello stesso modo, ma anche con una variante diversa, sarebbe comunque una tragedia. Arte, cultura e impresa 26

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