Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

Atena grande protettrice di Ulisse, mandò dei serpenti che uccisero lui e i suoi due figli. All’inizio del ’500 fu trovata in una vigna vicino a Roma una statua di Laocoonte e i suoi figli, questa statua fu portata in Vaticano nel 1509 dal Papa Giulio II che la fece vedere a Michelangelo che ne rimase stupefatto dalla bellezza, dalla complessità, dall’articolazione. Dall’estasi davanti a questa statua nacquero quelli che sarebbero stati i Musei Vaticani. Si partì con questo complesso trovato nella vigna, seguirono anni di costruzione e i Musei furono aperti al pubblico 280 anni dopo, alla fine del ’700. Oggi pensiamo che questa sensibilità che abbiamo per le opere d’arte, per il rap- porto con la cultura, sia una cosa che risale a quando le opere furono edificate o dipinte, ma non è stato così assolutamente, anzi è stato il contrario. Queste colle- zioni, queste ammirevoli opere d’arte nascono tutte dall’imitazione che signori, principi, nobili facevano di quanto avveniva nelle grandi corti, dove i re gareggia- vano tra di loro collezionando. In un rapporto ostile o comunque lontano da quella che era la sensibilità pubblica anche per quello che riguarda i Musei Vaticani, prima importante opera museale complessa che abbiamo avuto in Italia, una cosa che mi ha sempre colpito è che proprio il monumento della cultura moderna non venga citato né dall’Encyclopedie Diderot, né dalla D’Alembert. Alla voce museo viene nominato il Museo d’Alessandria con una versione molto riduttiva, ma an- cora fino alla rivoluzione francese i musei, quello che nasceva come museo, era giudicato un’opera di conservazione per metà della Chiesa e per metà della nobiltà. La rivoluzione francese nacque all’insegna della distruzione dei monumenti, dei quadri, era una gara per fondere le più belle statue della storia francese, per farne cannoni per combattere contro gli austriaci e anche i ritratti che venivano ritenuti offesivi in quanto per metà erano di regnanti e sovrani, e l’altra metà su temi re- ligiosi. Il misto era tra tradizione monarchica e religiosa ciò che era più nemico della nascita della modernità. Siamo figli di qualcosa che è nato odiando quello che vediamo alzando gli occhi, alle pareti di questa sala. La rivoluzione francese dovette fare i conti con il famoso sofisma di Cambon che nel 1792, tre anni dopo che la rivoluzione francese era iniziata e si continuava a distruggere le opere d’arte per fare cannoni o armi con cui combattere, disse: “Io penso che noi dobbiamo costruire un museo per conservare i quadri e far capire così la tradizione odiosa Arte, cultura e impresa 32

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