Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

Il brand Italia inteso come agricoltura, manifattura e turismo – che poi ha tutti i collegamenti anche con arte e cultura come ricordava il Ministro Calenda prima – è fondamentale. Se siamo solo quarti per il Pil in Europa, certamente non di- pende né dall’agricoltura né dalla manifattura e turismo dove, come abbiamo visto, siamo secondi. Dipende da altri settori in cui siamo meno forti, quello dello co- struzioni, del commercio e della finanza. Ovviamente dobbiamo migliorare questi settori mentre, dove siamo forti, ma non abbiamo ancora valorizzato tutte le nostre potenzialità – abbiamo sentito prima anche il presidente Montezemolo citare tutti i limiti di governance nel turismo, che sono enormi – ecco lì dobbiamo migliorare e dobbiamo potenziarci. Come rendere più forte il nostro paese? La strada maestra è quella delle riforme, della competitività, della produttività, di cui non parlerò io oggi, mi hanno chiesto di parlare del modo di comunicare il brand Italia perché se non siamo capaci di comunicarlo, allora è difficile che otteniamo risultati in termini di immagine. Al- lora, dicevo abbiamo un’agricoltura di qualità, una manifattura molto innovativa che può diventare ancora più innovativa con Industria 4.0, un turismo internazio- nale in espansione con tutti i suoi squilibri, per esempio tra Mezzogiorno e il resto dell’Italia. Nel campo dell’agricoltura io chiedo ai miei studenti, ogni volta che ini- zio il corso di economia industriale e commercio estero all’università, cosa produce l’Italia nell’agricoltura. Pensate che non c’è uno studente che mi sappia dire cosa si produce in Italia. Gli studenti arrivano al secondo, terzo anno di università senza sapere che siamo i primi produttori in Europa di grano duro, riso, pomodori, car- ciofi. Non uno di quei prodotti che vengono sussidiati dalla vecchia politica agricola comune che ha sostenuto per anni la Francia e paesi del Nord Europa, ma prodotti di qualità, quelli della dieta mediterranea. Siamo secondi nella produzione di un’enorme quantità di altri prodotti (olive, zucchine, lattuga, ciliegie, pesche e altri) e abbiamo anche qualche terzo posto (asparagi, spinaci, prugne). Nel manifatturiero siamo settimi nel mondo e secondi nella Ue, cosa è successo al nostro manifatturiero che ha portato quella crisi per cui abbiamo perso il 25% della capacità produttiva? Arte, cultura e impresa 40

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