Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

Tavola Rotonda E NRICO M ENTANA Direttore TG La7 Tutte le volte che una persona che ha a cuore l’Italia ha problemi di oscuramento, leggere un articolo o seguire uno studio del professor Fortis è sempre un tonico, per- ché i numeri vengono letti in una dimensione non declinista. Sicuramente in questo modo il professor Fortis ci dà una prospettiva più chiara di quella della retorica del declino. Però qui corriamo il rischio opposto. In fondo non va così male, siamo ap- prezzati, stiamo lavorando come bisognerebbe. Allora accantoniamo il problema? Partiamo da Antinori. È possibile pensare che ci sia qualcosa di diverso, più utile, meno retorico del fare sistema, del creare un moto culturale, di tutto ciò che chi non è più giovane come quasi tutti noi ha già sentito e detto decine di volte? Il salto di qualità, lo scatto su cosa lo si fa? Siamo sicuri che nei rapporti fra le imprese e chi ci rappresenta in tutti sensi come esecutivo, rappresentanza a livello internazionale si faccia tutto quello che si deve fare? Cominciamo dalle imprese, che comunque sono coinvolte in questa straordinario “depliant complessivo” che è il valore cultura ita- liano, hanno qualcosa da farsi perdonare o che potevano fare diversamente? P IERO A NTINORI Presidente Onorario Marchesi Antinori Credo che ci siano tantissime cose da fare come è stato detto ampiamente. Sono del parere che qualche cosa sia stato fatto e dei progressi, anche sostanziali, sono già stati fatti. Mi riferisco in particolare al prodotto che mi è più familiare, quello che conosco meglio e che ho vissuto negli ultimi cinquant’anni. Ho visto che ci sono stati veramente passi da gigante sia come percezione del prodotto, come im- magine del prodotto, come posizionamento sui mercati, direi anche come fatturati, come business vero e proprio. Se si pensa che il vino cinquant’anni fa e anche i Arte, cultura e impresa 52

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