Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

scontiamo un gap di immagine che ci rende difficile conquistare quote di mercato e soprattutto farlo a valore aggiunto. Allora nell’immaginario collettivo la Francia è la patria del lusso, la Germania è sinonimo di affidabilità, la Svizzera è simbolo di precisione, il Giappone prima e oggi la Corea sono all’avanguardia delle inno- vazione e noi scontiamo, pur essendo presenti in settori importanti con significa- tiva capacità d’impresa, un gap di immagine. Se noi non sappiamo ben governare le nostre cose, il nostro patrimonio-paese, le nostre città, i nostri mari, i nostri ter- ritori, i nostri monumenti, avendo una responsabilità incredibile nei riguardi non solo di chi è venuto prima di noi ma nei riguardi del mondo intero per quello di cui disponiamo, noi paghiamo un gap reputazionale. Su questo fronte, e veniamo anche al tema del turismo, molto spesso si semplifica dicendo arte, cultura, impresa uguale turismo e non è solo questo. Vorrei dire che investire in arte e cultura, il patrimonio-paese, vuol dire dare un boost incredibile al valore aggiunto di tutta la filiera italiana, soprattutto quella che è meno visibile ma che è più significativa nella creazione di occupazione. Però, se parliamo anche di turismo bisogna uscire fuori da un vecchio “schema mentale” che a mio modo di vedere corre il rischio di essere davvero pregiudizievole. Noi non dobbiamo guar- dare solo la quantità, dobbiamo guardare anche al fatturato pro capite, alla qualità, al posizionamento di marchio, è stato detto prima in vari interventi. Noi abbiamo tanti visitatori ma basso fatturato e noi al contrario, non avendo un patrimonio che può essere, come dire, dilatato in termini di affluenza e di presenze in maniera inesauribile, abbiamo bisogno di riqualificare, di programmare, di distribuire meglio e soprattutto di crescere in termini di valore aggiunto e di qualità percepita. Quindi dobbiamo lavorare su due fronti, dal punto di vista industriale per abbassare i costi e vendere meglio ad un posizionamento più alto grazie al recupero di repu- tazione e credibilità del sistema paese; per quanto riguarda l’aspetto più specifico della fruibilità delle nostre città, del godimento dei nostri beni artistici e culturali, del flusso di turismo, anche qui abbiamo bisogno di programmare meglio e soprat- tutto di un posizionamento più alto. Occorre uno sforzo collettivo, io credo che ci sia molto da fare ma la cosa più importante è aver finalmente la consapevolezza che gli investimenti in arte, cultura, education, patrimonio Italia, quello che rap- Arte, cultura e impresa 68

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=