Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

di questo tipo? Come regolamentiamo qualità e quantità? Questo è il tema fon- damentale. Proprio perché abbiamo finalmente cominciato a comprendere che questo nostro patrimonio paese è il vero asset competitivo di cui disponiamo, noi dobbiamo legare insieme intorno a questa leva forte di sviluppo tutta un’altra serie di interventi di governance non solo nel campo specifico dell’investimento del pa- trimonio culturale, ma anche nella gestione stessa dei territori in maniera più in- tegrata affinché possano rappresentare un fattore di cambiamento importante. L’Italia ha fatto una figura meschina nel mondo avendo rinunciato alle Olimpiadi e noi non possiamo pensare di consentire al sindaco di una città, per quanto impor- tante come quella di Roma, di distruggere l’immagine di un paese perché ha scelto in maniera, come dire impropria, di non rendere Roma disponibile per le Olimpiadi. Allora fino a quando noi non ci rendiamo conto che l’immagine del paese è un valore assoluto, che va aldilà di ciascuna delle individualità istituzionali o soggettive, noi non giochiamo insieme per rendere possibile al nostro sistema Italia di esprimere il meglio che può esprimere. Questo vale non solo per le questioni pubbliche, ma anche per quelle private. È necessario uno sforzo di maggiore sinergia di tutto il pri- vato a sostegno degli interventi nel pubblico, che leghino insieme tutte le filiere. Oggi abbiamo parlato con gli amici dei musei, con le dimore storiche e con tanti altri, ci sono tante cose che possono essere fatte, ma vanno messe a sistema. Dob- biamo realizzare un piano di competitività del paese che ancora manca. Perché un piano non si fa solo con piccoli interventi: occorre dare la dimensione e la fiducia a chi investe, non solo a chi investe dall’estero, ma innanzitutto a chi opera in Italia e investe in Italia, che c’è un piano di competitività. Abbiamo le leve per declinarlo. Abbiamo un asset straordinario. Solo per dire, la storia industriale della Germania si è basata nei decenni e nei secoli precedenti, su tre cose fondamentali: il carbone, i fiumi e le guerre. Oggi il carbone conta sempre meno, i fiumi ormai sono stati su- perati da altri mezzi di comunicazione e le guerre, per fortuna, cerchiamo di non farle. E possiamo evitarle solamente se riprendiamo a crescere e creiamo occupazione ed equità sociale. Quello che noi abbiamo, gli altri non lo possono copiare, ma noi abbiamo il dovere di usarlo bene, valorizzandolo oltre che tutelandolo: è questo l’asset competitivo sul quale dobbiamo lavorare. 4. L’Alleanza tra cultura e sviluppo 75

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