Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

C ESARE P UCCIONI Presidente Gruppo Toscano dei Cavalieri del Lavoro Autorità, gentili ospiti, signori e signore benvenuti a Firenze, al Convegno Nazio- nale della nostra Federazione. Ringrazio il Ministro Carlo Calenda e il Ministro Franceschini che hanno accettato il nostro invito e che con la loro presenza, valo- rizzano il nostro convegno. Un grazie particolare al sindaco di Firenze, purtroppo oggi assente e sostituito dal vice sindaco Cristina Giachi, per l’ospitalità a Palazzo Vecchio dove da oltre 600 anni, viene guidata la Città di Firenze. Un anno e mezzo fa, Dario Nardella mi fece visitare il suo ufficio che è l’ufficio dove per oltre 300 anni i membri della famiglia Medici si sono succeduti, prima alla guida di questa città e successivamente alla guida dello Stato del Gran Ducato di Toscana. I Medici sono una famiglia di imprenditori, di banchieri che poco con la spada, molto con gli intrighi, con le amicizie, matrimoni e con una massa di denaro, riescono a prendere il controllo sulla città di Firenze e a crearsi anche uno stato. In questo periodo, che è uno dei più fiorenti del nostro Paese, i Medici fanno di questa città un punto di convergenza di artisti, pittori, poeti la cui eredità fa di Firenze la città rinascimentale più importante del mondo e soprattutto, mettono insieme una collezione privata unica al mondo che nessuna altra famiglia si è mai potuta permettere. Nello stesso periodo, in altre parti d’Italia ci sono delle signorie, i Visconti a Milano, i Gonzaga a Mantova, gli Estensi a Ferrara, nessuno però ar- riva alla ricchezza e alla potenza di questa famiglia che addirittura riesce a mandare al soglio pontificio due Papi e ha una tale quantità di denaro che porta il Re di Francia a sposare una Caterina de’ Medici, risolvendo in tal modo una situazione finanziaria pesante del proprio paese. Quando si arriva all’estinzione della famiglia dopo Cosimo III che ha tre figli di cui 2 maschi, il primo Ferdinando muore gio- vanissimo e non ha figli, il secondo, Giangastone, aveva scelto la carriera ecclesia- stica e gli fanno lasciare i voti pur di generare ma non ci riesce e muore. Rimane Marialuisa, elettrice palatina senza figli, che quando si rende conto che gli stati dominanti, vale a dire l’Austria e gli stati collegati, hanno già deciso chi dovrà suc- cederle alla guida del Gran Ducato, fa un legato alla città di Firenze per donare 1. Indirizzi di saluto 7

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