Firenze2016 CONVEGNO NAZIONALE Arte cultura impresa

territori meno conosciuti. Le trasformazioni in atto ci interrogano su come man- tenere la specificità culturale dell’impresa italiana, valorizzando la storia aziendale (che è anche storia familiare) e un patrimonio faticosamente accumulato negli anni, adeguandoli al mutato contesto dei nostri tempi. Nel passaggio di scala imposto dall’allargamento delle dimensioni di mercato, ma soprattutto nella progressiva estensione della domanda potenziale e dall’allarga- mento della platea dei concorrenti fuori confine, in Italia quindi non si è perso l’elemento storico fondante. La fedeltà al modello, forse, non ha permesso l’ado- zione di sistemi produttivi di larga dimensione, ma ha preservato l’attenzione al prodotto e all’originalità: un fattore su cui puntare decisamente di più. L’avvento della produzione di massa ha chiaramente spiazzato il modello, tant’è che ancora oggi, caso unico fra i grandi competitor a livello mondiale, oltre il 95% delle imprese italiane resta al di sotto dei 10 addetti, mentre il numero delle grandi imprese industriali, sopra i 250 addetti, supera di poco le mille e quattrocento unità. Il corredo genetico non sembra prevedere, se non come eccezione, la grande organizzazione, mentre continua a esprimersi in un linguaggio produttivo artico- lato, profondo, non standardizzabile. È questo che rappresenta anche la forza del “minimalismo” imprenditoriale ita- liano, che conta su oltre 4 milioni di imprese attive, di cui 407mila impegnate in attività manifatturiere alle cui dipendenze lavorano quasi quattro milioni di ad- detti; a queste si aggiungono quasi 300mila imprese artigiane che occupano poco meno di un milione di addetti. Un patrimonio di competenze e di sapienza indu- striale che non ha eguali nel mondo. E infatti la dimensione ridotta delle imprese non ha impedito di fare dell’Italia il secondo produttore manifatturiero in Europa, il nono esportatore mondiale e il leader di mercato in tanti settori produttivi. Tuttavia, nell’attuale quadro compe- titivo sarà sempre più difficile mantenere le posizioni senza un adeguamento di- mensionale. E anche la scarsa propensione all’investimento e alla crescita dimensionale delle piccole imprese – che è però coerente con l’attenzione dell’im- prenditore a salvaguardare il patrimonio di famiglia e si accompagna a una scarsa propensione all’indebitamento – può essere superato come fattore critico raffor- Arte, cultura e impresa 96

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