Matera2019 CONVEGNO NAZIONALE Conoscere per competere
fase di dumping sociale. In un paese con assenza di democrazie, nel quale i carri armati nelle province continuano ad esistere, il riequilibrio nel medio-lungo pe- riodo dal punto di vista del dumping sociale non c’è e non ci sarà. Se non immaginiamo qual è la nuova direzione della competizione internazionale perdiamo completamente il senso di riferimento. Oggi gli Stati Uniti stanno fa- cendo una politica assolutamente miope e di breve periodo. Hanno bisogno di riequilibrare un sistema manifatturiero che nei decenni scorsi, approfittando na- turalmente delle distorsioni del cambio, ha esternalizzato completamente la pro- duzione ai paesi in via di sviluppo, trasformando il proprio ceto medio in una serie di banconisti, di fast food o di retailers, quindi a basso livello di salario. Ab- biamo visto che la compressione del ceto medio ha determinato la spinta che poi ha riportato Trump al successo elettorale. Dal punto di vista degli americani, riequilibrare il peso manifatturiero è una ne- cessità indispensabile. Trump va in giro per il mondo a dire: venite ad investire qui. Quando noi abbiamo aperto il nostro stabilimento negli Stati Uniti, il gover- natore dello stato del Wisconsin ha preso un aereo ed è venuto in Italia a parlare con noi dicendo: perché non investite nel Wisconsin e volete andare in Pennsyl- vania? Ci ha convinto e siamo andati da loro. Ognuno di noi investe in Italia e in altri paesi ma l’attenzione che noi certamente abbiamo dai nostri governatori, di qualunque parte d’Italia, non è assolutamente comparabile alla corsa all’attrazione degli investimenti che stanno facendo negli Stati Uniti. L’America ha un’agenda, riequilibrare la capacità manifatturiera del paese che si era completamente deindustrializzato. La Cina ha un’altra agenda, industrializzarsi per conquistare quote di mercato e, soprattutto, per mettere il sistema globale sotto il governo cinese. L’Africa è stata già comprata, il nostro mercato, il nostro punto di riferimento è stato comprato. Adesso c’è l’Europa. Se questa è la dimensione del confronto con un continente come quello della Cina, certo, non possiamo non dialogare, non commerciare, perché il commercio è la prima garanzia per la pace e la stabilità, ma non possiamo essere così stupidi da continuare ad offrirci invece che aprirci. C’è una differenza fondamentale fra l’essere un mercato aperto e un mercato offerto. Noi siamo per i mercati aperti Conoscere per competere 108
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