Matera2019 CONVEGNO NAZIONALE Conoscere per competere

Le università italiane sono tante, anche varie e ci sono esempi di università private o statali che si muovono in una logica di internazionalizzazione del sapere e della conoscenza. Anche qui abbiamo un quadro abbastanza eterogeneo. Che cosa si può fare perché l’università sia in grado di ridurre questo divario? G AETANO M ANFREDI Ci sono due tipi di mismatch che dobbiamo considerare. Primo, quello della spe- cializzazione. È chiaro che l’Italia è un paese che ha una quantità di laureati nel campo tecnico-scientifico in percentuale più basso rispetto a paesi con i quali ci possiamo comparare, per esempio la Germania, che hanno una struttura produt- tiva simile alla nostra. Questo significa che dobbiamo essere in grado di formare più ingegneri, più fisici, più matematici. Negli ultimi dieci anni c’è stato un in- cremento significativo; la tendenza ad una maggiore scelta delle lauree tecnico- scientifiche si sta ormai consolidando. È chiaro però che la domanda è di gran lunga superiore all’offerta. Se guardo alla mia Università, la Federico II, rappresenta il terzo polo per forma- zione in ingegneri in Italia, dopo i due politecnici. Ogni anno laureiamo all’incirca cinquemila ingegneri, cifra che rappresenta il 7% di tutti i laureati italiani. A tre anni dalla laurea abbiamo il 97% di occupazione, con il 60% di laureati che però lavorano al Nord o all’estero. Quindi c’è questo grande problema che ricordava prima Bianchi di come, alla fine, la qualità della formazione può diventare anche brain drain. È chiaro che i giovani debbono andare a lavorare dove hanno le op- portunità, tuttavia bisogna anche costruirle per fare in modo che il capitale umano diventi fattore di attrazione d’impresa e non perdita di competenze. C’è un altro fattore importante, per ridurre questo mismatch : come trasformare il mismatch delle competenze. Cosa significa? Oggi anche le lauree umanistiche, che possono sembrare meno competitive, e non è vero, se sono innervate di saperi contemporanei, consentono di avere un livello di competitività e sono necessarie in questo grande modello di complessità. Da noi a Napoli, ma anche in tante altre Università italiane, oggi stiamo speri- mentando come portare le competenze sui big data o sull’intelligenza artificiale Conoscere per competere 64

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=