Matera2019 CONVEGNO NAZIONALE Conoscere per competere

8 Conoscere per competere volta non soltanto a considerare il valore aggiunto della multidisciplinarità, ma addirittura ad immaginare cosa significhi operare secondo il principio della inter- disciplinarità. Cioè, mettere insieme discipline anche scientifiche e approcci di- versi, insieme nella logica di governare questa dimensione molto più complessa di quella di ieri. C’è un altro elemento che in questa rapidissima introduzione mi piace sottoporre alla vostra attenzione, quasi fosse un viatico concettuale da seguire nella discus- sione: il valore del tempo. Questa città, Matera, Capitale Europea del 2019, ine- vitabilmente induce ad una riflessione sulla capacità che ciascuno di noi ha di relazionarsi con la categoria del tempo. Molti hanno sottolineato giustamente che la società post moderna, oltre ad essere società liquida, complessa, è anche una società profondamente schiacciata sul tempo del presente. Questa città ci invita a riflettere sulla necessità di coniugare i tre tempi dell’esperienza umana: il passato, il presente, il futuro. Sant’Agostino diceva che esiste il presente del passato, che è la tradizione, la memoria, che è anche fonte dell’identità, parola estremamente importante. Esiste il presente del presente che è la consapevolezza dei problemi che stiamo vivendo, ed esiste il pre- sente del futuro, che è la visione. Credo che queste due parole, conoscere e competere , siano incompatibili con lo schiacciamento antropologico dell’essere umano sulla sola dimensione del presente; che invochino automaticamente e inesorabilmente la necessità di assicurare alle po- litiche economiche, alle politiche di sviluppo, alle scelte di ciascuno all’interno di un contesto più ampio e sistemico, quella dimensione diacronica capace di proiet- tare l’essere umano non soltanto su ciò che sta vivendo ma su ciò che può vivere. Partendo da queste piccole, poche considerazioni, mi piace introdurre i lavori di questo Workshop che volutamente è stato chiamato così, proprio perché c’è una dimensione anche informale, che vuole uscire fuori dallo schema rigido del conve- gno. Però mi piace dare subito la parola al Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Antonio D’Amato, anche se non era previsto, che pregherei di raggiungermi sul palco. Ritengo utile che sia l’organizzatore di questo momento di riflessione a salutare i presenti e ad integrare queste mie parole introduttive.

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