Matera2019 CONVEGNO NAZIONALE Conoscere per competere

Da venti anni in qua questo meccanismo si è interrotto e i casi di diffusione al- l’estero della nostra letteratura sono diminuiti. Per anni l’industria editoriale non è stata appoggiata in maniera adeguata per permetterle di andare all’estero e farsi conoscere. Come farlo? Pagando le traduzioni, creando un albo dei traduttori, fa- cendo gli ospiti. Il Salone del Libro a Parigi, la Buchmesse di Francoforte, qualche altro evento. Stiamo parlando di poca roba, si tratta di qualche decina di milioni di euro. Ma se non ci mettiamo tutta la determinazione del caso, l’industria culturale non si può salvare. Potrei fare lo stesso esempio per lo spettacolo, per l’opera, per il cinema, per l’au- diovisivo, per i format televisivi, per la musica. Per cui abbiamo un vasto ambito di industrie culturali che possono mettersi in gioco. F RANCESCO G IORGINO Questo è per quanto riguarda l’industria culturale, ma in che modo la cultura in quanto universo di conoscenze conoscibili, può generare il presupposto perché si implementi lo sviluppo di un paese, quindi la relazione che si stabilisce sostan- zialmente, come recita il titolo di questo convegno, tra l’investimento in cono- scenza e la capacità di creare le condizioni perché ci sia maggiore competitività, non solo della singola impresa, ma del sistema paese? A LBERTO B ONISOLI Io sono convinto che il successo di alcune delle nostre industrie, tipicamente quelle che si occupano di arti applicate, quindi moda, design, arredamento, accessori ecc., sia dovuto anche al fatto che noi abbiamo una produzione che affonda le ra- dici nel nostro patrimonio culturale, molto ricca e creativa, molto innovativa e soprattutto molto veloce nell’adattarsi. L’esempio che mi viene in mente è Dolce & Gabbana. Se andate a vedere, la loro estetica parte dal patrimonio culturale siciliano, il più tradizionale possibile, che, elaborato, produce un giro di affari significativo. Gli stessi sistemi industriali negli Conoscere per competere 96