Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

così aperta, capace di ragionare e di tener conto delle esigenze di ogni paese e quindi vince non il più ragionevole ma il più forte. È inutile nasconderlo, il nostro Paese sconta un ritardo crescente rispetto alle eco- nomie più avanzate. Io ricevo, direi quotidianamente, delegazioni dei paesi emergenti che hanno molto interesse a essere presenti nel nostro Paese. Parlo di Milano e del territorio metro- politano, parlo soprattutto di alcune parti del nostro Paese, ma c’è un interesse che guarda profondamente al nostro Paese in generale. Ci chiedono due cose: queste delegazioni che intendono investire nel nostro Paese aspettano solo un momento, cioè più stabilità e forse vedere come finirà, che suc- cesso avrà Expo Milano 2015. Non ho mai sentito da loro preoccupazione sulla riforma della giustizia; non ho sentito, e molti di voi forse non saranno d’accordo, “l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori”. Sempre invece due osservazioni, una è sulla burocrazia. Quando leggo “Miracolo Milano” non posso che essere lieto e orgoglioso della mia città e dico che mi piacerebbe che si parlasse di orgoglio Italia, ma è una delle sconfitte che io sento in tante cose positive che come amministrazione abbiamo fatto. Lì c’è un blocco, che voi vivete, ma vivono i cittadini, vivono le imprese, ma vive anche chi deve chiedere un certificato. Abbiamo fatto molti passi avanti, specialmente a Milano. Abbiamo cercato di fare sportelli unici là dove era possibile. Abbiamo provato a fare, e dimostrato che è possibile fare, nuove iniziative. Ad esempio “Expo in Città”, con oltre 30.000 eventi culturali, di sport, di svago, di divertimento a Milano nel corso dei sei mesi di Expo, insieme alla Camera di Commercio. Noi mettiamo a disposizione gli spazi, i luoghi, purtroppo non pos- siamo dare un contributo economico, ma ci sono 30.000 eventi che arrivano da grandi città, da grandi paesi, da grandi associazioni, da singoli soggetti e il lato vincente è stata proprio la semplificazione, uno sportello unico: non bisogna più passare da sei assessorati, ma c’è un riferimento unico che decide. Questo è chiaramente un elemento importante e che conferma, pur nel perdurare della crisi, che ce la possiamo fare. Impres@Italia. Rimettere al centro l’impresa per far rinascere l’Italia 20

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