Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia
C’è un problema di export inespresso nel settore agroalimentare che speriamo venga colmato anche con il rilancio d’immagine di Expo 2015 e con gli investi- menti di cui parlerò dopo, con il piano per il made in Italy, e poi c’è un problema di grande distribuzione, che non abbiamo, e di difficoltà delle nostre imprese a dialogare con la grande distribuzione internazionale. Mi concentro su un punto, quello della crescita dimensionale delle imprese che è importante. All’interno di questo c’è il fenomeno delle reti di impresa che va, a mio avviso, stimolato e che sta dando buoni risultati, così come è molto importante che si sia varato un piano per il made in Italy di 260 milioni di euro che è una ri- voluzione rispetto al passato. La media degli ultimi quattro anni era molto bassa. Un piano che si articola su tre punti: favorire l’accesso delle pmi sui mercati inter- nazionali, anche puntando su importanti fiere di settore, espandere la presenza nei mercati non solo nuovi, ma anche quelli tradizionali che andrebbero potenziati. Pensiamo agli Stati Uniti, noi esportiamo sulle coste, ma non nell’interno degli Stati Uniti: bisogna puntare anche su quella gran parte del mercato americano che ancora è in parte inesplorato per le nostre imprese. E poi c’è il problema dell’at- trazione degli investimenti. Mi concentro ora sul punto della ripresa. La ripresa che è arrivata e su cui dob- biamo puntare, comunque sia questa ripresa, non sarà magari entusiasmante, ma è quello che “passa il convento” e dobbiamo crederci e investire su questa ripresa. Il Pil, dopo tredici trimestri, ha mostrato un rimbalzo, i consumi delle famiglie sono in ripresa, e qui si enfatizzano i fattori esterni, ma se ci pensate bene, il fattore esterno per l’Italia è il quantitative easing che ci tiene il debito pubblico in sicu- rezza: l’export negli Stati Uniti tira perché il cambio è favorevole, ma con la Russia, la Cina e il Sud America che si sono fermati, non è che il cambio dell’euro ci stia aiutando più di tanto. Il ribasso del prezzo del petrolio: ieri l’autorità per l’energia ci ha detto che la fa- miglia media risparmia 65 euro in un anno sulle bollette per il calo del prezzo del petrolio e secondo alcune stime siamo sui 15 euro al mese per il ribasso della ben- zina. Quindi non sottovalutiamo anche i fattori interni per rilanciare la domanda. Sono sempre stato convinto che gli 80 euro sulla lunga producono qualche risul- Impres@Italia. Rimettere al centro l’impresa per far rinascere l’Italia 40
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