Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia
stato un assetto di economia mista, quello che ha retto il suo sviluppo negli anni ’50 e ’60 e che di recente ha illustrato in un libro “Conclusione della storia dell’Iri” Pierluigi Ciocca che è stato a lungo vice direttore della Banca d’Italia. La nuova Repubblica, negli anni ’40, ereditava dal fascismo un sistema economico in cui c’erano, stabilmente, un polo pubblico e un polo privato, e ereditava certa- mente anche il principio secondo cui l’industria, la leva dell’industria era quella in grado di muovere lo sviluppo del Paese, non solo lo sviluppo in senso econo- mico, ma la sua stessa capacità di modernizzazione complessiva. Naturalmente la novità, nel dopoguerra, è rappresentata dal fatto che l’industria era diventata il decisivo anello di congiunzione rispetto al nuovo scenario dell’eco- nomia internazionale che si è disegnato all’indomani degli accordi di Bretton Woods e la fine della Seconda guerra mondiale. L’Italia del miracolo economico si è retta su un disegno di economia mista, nel senso che c’era la solita base delle piccole imprese, il vertice delle grandi imprese pubbliche e private e c’era una struttura del credito – questo è molto importante per capire l’efficacia che ebbe quell’articolazione, che ebbe quell’assetto economico – che ri- prendeva e dava sostanza, di fatto, a questa distinzione, con una demarcazione tra le grandi banche e il circuito del credito locale: per le grandi imprese, grandi banche, per le piccole imprese il credito locale, le casse di risparmio e così via. L’equilibrio economico della nazione venne affidato al rapporto tra le grandi im- prese, le quali divennero parte della costituzione materiale della repubblica. Tutto questo schema viene meno, inevitabilmente, quando l’Italia cambia modello tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, quando cioè avviene nel nostro Paese una sorta di corto circuito anche fra politica ed economia. Gli anni in cui si prendono le decisioni essenziali, l’integrazione europea, il ruolo dell’Italia dentro l’Europa, sono gli anni in cui esplode anche la crisi del sistema politico italiano che si era disegnato immediatamente dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Incomincia tutta la stagione delle privatizzazioni perché si riteneva – e c’erano molti buoni motivi per ritenere che fosse così – che fosse giunto il termine, la sta- gione della grande impresa pubblica, e perciò la fine dell’Iri e progressivamente il Impres@Italia. Rimettere al centro l’impresa per far rinascere l’Italia 46
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