Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

prio nel contesto delle istituzioni europee. Questo, a mio avviso, rappresenta un fattore di debolezza assai significativo perché una parte consistente della normativa ormai nasce in Europa, condiziona il funzionamento del nostro sistema econo- mico. Altri paesi, ovviamente pur nel rispetto delle norme, hanno una straordinaria capacità di incidenza sul contesto della normazione europea con specifici riflessi favorevoli per i paesi stessi. Questo è un tema che noi dobbiamo sempre tenere in evidenza. Promuovere, in modo ovviamente legittimo, gli interessi del nostro Paese o quantomeno non ri- nunciare a essere pari parte con gli altri paesi. Personalmente, senza voler fare delle specifiche riflessioni, credo che per l’Italia avere delle rappresentanze significative anche nell’alta burocrazia in quei comparti che hanno grande rilevanza per l’economia del nostro Paese, sarebbe buona cosa. Il secondo punto, che io vedo come molto importante nel nostro Paese, è quello di una particolare attenzione al ruolo dei soggetti associativi. Tutti sanno che sono un grande sostenitore del principio di sussidiarietà. Ritengo che i soggetti associativi, a cominciare dalla Federazione dei Cavalieri del Lavoro fino alle varie associazioni imprenditoriali, svolgano un ruolo cruciale nel nostro Paese, non solo per ragioni di principio. Si tratta di una componente fondamentale della democrazia partecipativa, anche per ragioni di specifiche competenze che si possono apportare per una buona legislazione. Il dialogo tra il governo, i legislatori e le associazioni è fondamentale. Naturalmente nelle associazioni ci sono anche quelle caratterizzate dalle attività del non profit, che sono peraltro molto importanti per quella solidarietà creativa che caratterizza un paese civile. Il terzo aspetto che vorrei sottolineare riguarda più direttamente il mondo in cui ho vissuto e vivo, quello delle università. Anche lì, secondo me, la collaborazione, il parternariato tra le università e il mondo delle imprese è assolutamente fonda- mentale, probabilmente per il bene di entrambi i soggetti, università e imprese. Qui ci rivolgiamo soprattutto al mondo delle imprese, ma vogliamo anche evitare che nelle università si formino delle persone con grandi competenze dottrinali, ma con troppa poca capacità operativa e applicativa. 3. Le riforme per rimettere in moto l’impresa e l’Italia 57

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