Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia
Tavola rotonda R OBERTO N APOLETANO Direttore Il Sole 24 Ore Vorrei dire due cose su capitale umano e innovazione. Uno dei luoghi comuni, che secondo me va veramente sfatato, è quello che con troppa superficialità si continua a ripetere che le imprese italiane fanno poca ricerca e poca innovazione. Devo dire che innanzitutto la quota emersa di investimento per ricerca e innova- zione del capitale privato ha superato quella pubblica. Ma il punto che tutti fanno finta di ignorare è che continuiamo ad essere un paese dove non esiste un vero credito di imposta per chi fa ricerca e innovazione. E quindi sono molte le imprese che fanno innovazione – di processo, di prodotto – ma ciò non emerge dai bilanci perché le aziende preferiscono presentare queste spese come un costo. Se così non fosse noi non continueremmo ad avere 400 miliardi di esportazioni e 100 miliardi di attivi; non continueremmo ad avere quel primato che abbiamo nella meccanica strumentale, nella meccanica di precisione, nella chimica di spe- cialità, nell’arredo, nel sistema moda. Non sarebbe così. Ma questo però non ci permette di dire che tutto ciò è sufficiente. Cumulare e continuare a pagare questo prezzo altissimo per scelte che gli altri paesi hanno fatto e che noi non facciamo, non ci permette di pensare che ce la continueremo a fare da soli. Non è più possibile. Oggi il sistema chiede un nuovo modo di fare innovazione che va oltre l’innova- zione di processo e va oltre l’innovazione di prodotto. Credo che le imprese sane, che sono una cosa molto diversa dalle imprese che sac- cheggiano lo stato e che fanno corruzione, sono imprese, e i dati del professor For- tis ce lo dimostrano, che stanno facendo tantissimo. Voglio però chiedere al dottor 4. Capitale umano e innovazione 69
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