Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

Il mondo totalmente interconnesso sta avanzando rapidamente, con forti aumenti di produttività e trasformazioni profonde nelle organizzazioni come nelle compe- tenze richieste dal lavoro. Gli investimenti stanno ripartendo. La spinta all’innovazione, alla ricerca indu- striale e alla conoscenza applicata è fortissima. Nascono innovative collaborazioni progettuali tra imprese e mondi scientifici, la conoscenza applicata alla trasforma- zione materiale stimola la nascita di nuove imprese. Ciò non vuol dire che una finanza aggressiva ed invasiva sia sconfitta, ma la società contemporanea sembra finalmente più consapevole che produrre, e non speculare, sia l’unica strada ragionevole per generare una crescita non effimera. Torna con forza la cultura del rischio per produrre e non per speculare. Anche in Italia qualcosa sta cambiando e qualche vecchio pregiudizio anti impresa sembra, per fortuna, godere di minore salute. Abbiamo commentato positivamente le prime scelte del governo, a cominciare dal Job Acts, che hanno dato qualche primo buon risultato concreto e soprattutto segnato un po’ di discontinuità con le rigidità sindacali di un tempo. Ovviamente questo non è che l’inizio, ma in Italia non fai in tempo a pensare che le antiche diffidenze contro le imprese e l’imprenditore siano sconfitte, che ti trovi immediatamente a dover combattere contro la class action più punitiva del pianeta contro gli “imbullonati” o la Tasi sugli immobili dismessi. La riforma della scuola, che introduceva qualche timido elemento di merito e di valutazione, sembra a rischio. È l’andamento tipico dell’atavico altalenare politico dell’Italia. C’è però una parte importante del Paese che il passato l’ha lasciato alle spalle da tempo: le imprese italiane e i loro lavoratori in larga misura hanno cambiato ra- dicalmente rotta e fatto tesoro degli errori del passato. La fabbrica, il prodotto, il fare bene che da sempre è il marchio distintivo dell’in- dustria italiana, è la strada da cui non deviano più. Si compete sulla qualità del fare, sull’intelligenza e conoscenza che incorporiamo nel nostro saper fare. Più 5. Interventi conclusivi 87

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=