Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

questa sapienza è colta e innovativa, più vinciamo sui mercati. Non ci sono scor- ciatoie o altre strade percorribili. Il livello della presenza industriale italiana sui mercati esteri testimonia questo salto di qualità culturale. Moltissimi ormai fanno alleanze globali, specializzano il proprio business, comin- ciano a guardare al finanziamento della propria attività oltre il consueto debito bancario. Le imprese italiane si sono cambiate abito in corsa e una parte di loro ce l’ha già fatta, anche nella piccola e media dimensione, quella strategica per costruire nuova crescita. Abbiamo un portafoglio che si stima tra le 15 e le 20mila piccole e medie imprese che esportano, fanno innovazione, cercano finanza per la crescita indu- striale, integrano information technology nei loro prodotti, assumono talenti e parlano le lingue del business globale. Da queste piccole e medie imprese nasceranno le nuove multinazionali tascabili e i grandi campioni industriali dei prossimi decenni. Hanno tutte le carte in regola e quella fame di crescita che è il motore dell’azione dell’imprenditore. Queste aziende sono nate da un mix non riproducibile in laboratorio, un mix straordinario che si sviluppa in un liquido di cultura che comprende i saperi antichi del territo- rio, le eredità degli anni d’oro dell’economia italiana, la voglia di cimentarsi con il fare e il rischio, una grande capacità di lavoro e una sorta di genetica capacità di interpretare i bisogni del mercato e di adattarsi ai suoi cambiamenti. Nella competizione globale però l’intuito e la volontà non possono fare a meno dell’analisi dei dati e dei moderni strumenti di sostegno alla decisione. L’impresa ha bisogno di finanza per gli investimenti e non può essere misurata solo con i tradizionali criteri del merito di credito. Ha bisogno di sostegno sui mercati esteri, di ricerca e innovazione con strumenti pensati su misura, di formazione a tutti i livelli dell’organizzazione, di management moderno. Gli imprenditori, per parte loro, sanno che devono investire di più. Tutto ciò è molto, ma è perimetro e sostanza di uno scenario dove le imprese e il lavoro che rappresentano devono sentire di vivere e operare in un paese che le con- sidera e le rispetta, oserei dire un paese che è loro amico. Impres@Italia. Rimettere al centro l’impresa per far rinascere l’Italia 88

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