Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

Non possono più sostenere, a fronte di buone iniziative e investimenti anche non trascurabili, tempi di esecuzione burocratica eterni, ostilità di ogni tipo fino al- l’incubo che la loro prestazione venga pagata con anni di ritardo. Sono i mille piccoli segni che l’impresa non è ancora nel cuore della vita pubblica italiana e che non è chiaro a chi amministra, che solo l’impresa può generare cre- scita e benessere per le future generazioni. Ogni ostacolo frapposto è una frazione di minore ricchezza per i nostri figli e nipoti, non i nostri, quelli di tutti. In questa platea di campioni del lavoro italiano, di cui sono orgogliosamente parte, dobbiamo dirci che ciò che ci colpisce di più oggi è il degrado morale che sembra infilarsi capillarmente nella nostra società. La crescita che produce la società sana viene divorata da un’idra a mille teste che ha gangli ovunque: è il segno malato che i germi della ricchezza facile si sono sparsi a tutti i livelli. La vita e l’economia reale avranno il sopravvento sulla sfiducia in cui corruzione, malaffare e speculazione sguazzano con piacere, solo con una forte scossa. Non bastano le riforme. Lo scarto necessario a vincere i fattori frenanti e inqui- nanti la vita civile ed economica è prima di tutto culturale e richiama anche noi, qui, oggi, alle nostre responsabilità perché con noi si è formata la cultura della produzione materiale del lavoro, trasparente e corretto, segnato da un simbolo che portiamo orgogliosamente e che significa lavoro, onestà, voglia di partecipare. Da voi, da noi deve partire uno stimolo e un richiamo morale forte contro l’ap- parente e facile moltiplicazione del denaro senza sforzo, contro l’arricchirsi senza scrupoli e senza lavoro, noi siamo i migliori testimoni della cultura e della nuova reale economia che deve affermarsi nel Paese, fondata sul fare, sull’etica, la pazienza e l’onestà esercitata nel lavoro. Se vincerà questa nostra cultura, questo nostro modo di essere imprenditori, vincerà l’Italia tutta e io credo che noi, Cavalieri del Lavoro, imprenditori, dobbiamo elevare una richiesta forte, precisa alla classe politica che ci governa: di qualunque colore essa sia, dateci un paese normale e vi faremo vedere noi cosa siamo capaci di fare. 5. Interventi conclusivi 89

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=