Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

diamento, che poi non capisco bene come la logica degli aiuti europei possa con- sentire, tali da neutralizzare il costo differenziale tra Italia e Polonia. L’Italia non è un paese competitivo, chi non è italiano forse non vuole più investire in Italia. E tutti quelli che stanno in mezzo? Cioè noi, quelli che hanno investito, quelli che non sono in crisi e non vogliono andare in crisi, quale disegno di politica indu- striale noi pensiamo si debba fare per consentire alle imprese italiane, pure a quelle che fino ad oggi sono riuscite ad andare avanti, a difendersi sui mercati, a conqui- stare magari quote in un mercato sempre più difficile? Quale tipo di politica industriale noi immaginiamo si debba ridisegnare, non con la vecchia logica, ma con la logica del mondo che sta cambiando per farci crescere e per farci davvero continuare a produrre ricchezza e occupazione? Questo è il grande tema sul quale si registra un’assordante silenzio, perché in questa giornata, ma non solo nella giornata odierna, c’è un convitato di pietra che è l’ini- ziativa del governo sul tema della crescita reale. Allora è qui che dobbiamo ragio- nare, credo con grande chiarezza e poca diplomazia. Anche le imprese medie – io sono una di queste, noi produciamo in vari paesi del mondo ed esportiamo in tutto il mondo, siamo un’impresa che ha sempre saputo creare nicchia e posizionamenti di alto valore aggiunto, in questa sala ce ne sono tan- tissime e per fortuna ce ne sono altre in Italia – anche le imprese come la mia sanno che le nicchie oggi durano pochissimo, una volta una posizione di nicchia durava dieci anni, cinque, oggi due o tre anni e tutto si brucia, tutte le nicchie diventano commodity , e sappiamo anche che la dimensione internazionale alla quale le imprese come la mia, la maggior parte delle imprese medie di successo italiane, facevano rife- rimento una volta era una dimensione europea, dai 500 milioni al miliardo, miliardo e mezzo di fatturato in più. Oggi il mondo cambia, la vera politica industriale negli Stati Uniti la stanno facendo avendo spento i riflettori dell’antitrust sulle grandi po- litiche di concentrazione che innanzitutto negli Stati Uniti si stanno realizzando. Oggi in America, il più grande competitor a livello globale soprattutto su alcuni settori strategici, i livelli di concentrazione che si stanno realizzando sono impres- sionanti, e gli altri grandi player a livello globale hanno una fortissima politica di stato che li sostiene, dalla Corea del Sud al Giappone, che non ha mai smesso di Impres@Italia. Rimettere al centro l’impresa per far rinascere l’Italia 94

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