Milano2015 CONVEGNO NAZIONALE ImpresaItalia

Lo dico perché quando abbiamo costruito il tema di questo convegno e abbiamo dato anche il messaggio “rimettere l’impresa al centro del Paese”, non avevamo neanche in programma la visita e l’udienza che abbiamo avuto con il Santo Padre la settimana scorsa e non avevamo neanche ovviamente avuto notizia dell’Enciclica del Papa che è stata pubblicata venerdì scorso. Eppure straordinariamente in questa Enciclica come nelle parole che il Papa ci ha rivolto durante questa udienza, mi è sembrato assolutamente rilevante il modo con cui sia stata messa l’impresa in una luce diversa rispetto a quella vulgata e che molto spesso sentiamo ancora nelle par- rocchie domenicali, dove l’imprenditore viene additato coma la causa primaria di tutti i mali. Al contrario lì si riconosce all’impresa buona una capacità di creare sviluppo, sinergia, essere un motore fondante anche del progresso. Si pongono tanti altri problemi e tante altre questioni, però per la prima volta, in maniera così chiara e così forte questa Enciclica riconosce all’impresa un ruolo importante. Al- lora noi dobbiamo essere quelli che più di tutti sono in grado di difendere le ra- gioni le ragioni della buona impresa. Ancora oggi, molto spesso contro la cultura del merito, contro la cultura della competizione, contro la cultura del confronto, lo vediamo nella riforma della scuola, si schierano e si levano voci trasversali e le solite logiche “corporative e consociative”. C’è invece un modo buono di essere impresa, diverso dall’impresa cattiva e bisogna saper distinguere l’impresa buona da quella cattiva, così come si sa distinguere tra il giusto e l’ingiusto, tra il bene e il male, sono differenze fondamentali. Noi siamo quelli che credono nell’impresa buona, siamo quelli che credono nell’economia reale, siamo quelli che vogliono coniugare al tempo stesso sviluppo economico e solidarietà sociale, ma per farlo e per fare bene il nostro mestiere, dobbiamo cambiare questo Paese e dobbiamo so- stenere con forza tutti quelli che vogliono cambiarlo davvero e non dobbiamo chiedere sconti, né fare sconti a chi invece è su una strada diversa. 5. Interventi conclusivi 97

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