Napoli2019 CONVEGNO NAZIONALE Europa Radici Ragioni Futuro

come ha detto monsignor Paglia, che è proprio nella prima parola del cristianesimo la chiara distinzione tra Stato e religione («date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio»), tutte queste cose sono fondamentali. È un percorso, questo, che va ripreso. È un dibattito, questo, che in Europa non si fa più. È un tema, questo, che va invece recuperato, innanzitutto nel nostro Paese, e da qui portato nuovamente all’attenzione delle coscienze europee, perché è da lì che bisogna partire per costruire un percorso di ideali e di valori, senza i quali anche un’Europa che sappia promuovere convenienze e recuperi di compe- titività non potrà andare avanti. Queste sono le radici, queste sono le ragioni. Qual è il futuro? Abbiamo sentito, questa mattina, che la storia pone l’accento sull’eredità pesante e sulla realtà degli Stati nazionali, e che probabilmente quello di un’Europa federale è un sogno per alcuni raggiungibile, e comunque per tutti molto lontano. Nel frattempo, però, da questo quadro dobbiamo uscire. Se non ne usciamo, non solo dal punto di vista politico e da quello della stabilità e della pace nel mondo, ma anche dal punto di vista economico, industriale e competitivo, non saremo in grado di fare niente. Quali sono le ragioni che hanno indebolito l’Europa in questi vent’anni? Non siamo stati in grado di avere una politica estera commerciale comune. Ogni volta che ci sedevamo ai tavoli dei negoziati del Wto, ciascun Paese europeo aveva la sua agenda. La conseguenza è che abbiamo offerto l’Europa come un mercato aperto a tutti i concorrenti nel mondo e abbiamo consentito quel dumping sociale che conosciamo e che rappresentava la strada, nel corso di tutte le rivoluzioni in- dustriali della storia del mondo, perché popolazioni povere ed emarginate acqui- sissero ricchezza e benessere, cosa questa che funziona se c’è democrazia e se ci sono dinamiche di diritti riconosciuti, e non funziona quando ci sono regimi au- toritari e dove non c’è libertà né di pensiero né di espressione. Attenzione, quindi, a paragonare quel dumping sociale che abbiamo conosciuto tutti, Italia inclusa, come via per la ricchezza e per il riscatto dei ceti poveri, con quello che invece sta accadendo in paesi privi di democrazia, Cina in testa. C’è un secondo aspetto fondamentale: non abbiamo fatto nulla perché al dumping sociale si affiancasse quello ambientale, con la conseguenza di un’Europa divisa, 6. Conclusioni 103

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