Napoli2019 CONVEGNO NAZIONALE Europa Radici Ragioni Futuro

dell’Europa si misero a balbettare, spiazzati, incapaci di trovare argomenti efficaci da contrapporre a quelli degli antieuropeisti. Vengo rapidamente alle conclusioni, sperando di riuscire a stare nei tempi che debbo rispettare. Siamo, ahinoi, in un’epoca di pessimismo, e molti hanno scritto che la costruzione europea forse è superata. Chi lo scrive, sostanzialmente, pensa che l’integrazione europea sia come la Nato, cioè un residuato della Guerra fredda. Prese forma nel- l’epoca del bipolarismo tra Stati Uniti e Unione Sovietica, e in epoca di Guerra fredda si sono sviluppate in larga misura le sue istituzioni. Maastricht, nel 1992, fu il tentativo di reagire con un balzo in avanti alla fine della Guerra fredda e alla sfida dell’unificazione tedesca. Qualcuno pensa che si sia trattato del tentativo di fare un passo più lungo della gamba, troppo lungo, con il risultato di avere dare vita a un’unificazione monetaria in assenza di unificazione politica. Per quanto può reggere una moneta senza governo? Nessuno, in realtà, è in grado di rispon- dere a questa domanda. Sappiamo, però, che non c’è salvezza per la costruzione europea se gli europeisti, coloro che le sono favorevoli, non smettono di nascondere i problemi sotto il tap- peto, non imparano che l’Europa non sarà mai più un insieme di “politiche senza politica” e che per salvare l’Europa occorre parlare il linguaggio del realismo: per esempio smetterla finalmente di immaginare l’Europa futura come una specie di super Stato. Un’unità federale, se davvero è tale, non ha nulla a che spartire con lo Stato nazionale. Confondere le due cose è oggi controproducente, mette armi nelle mani dei nemici dell’Europa. Mi riallaccio in questo alla relazione di Galli della Loggia. Se l’Europa continuerà a essere contrapposta agli Stati nazionali, uscirà sconfitta, uscirà con le ossa rotte, perché la storia è dalla parte degli Stati nazionali, non dalla parte della costruzione europea. Non abbiamo bisogno di un’Europa-Stato, abbiamo bisogno di un’inte- grazione che valorizzi gli Stati anziché deprimerli. In concreto, significa fare in modo che all’Europa spettino pochi, pochissimi compiti essenziali, per esempio il controllo delle frontiere dell’Unione, il governo della moneta, eccetera. Chi altri se non l’Europa deve esercitare un qualche tipo di controllo e filtro sulle proprie 4. Europa: le ragioni 59

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