Napoli2019 CONVEGNO NAZIONALE Europa Radici Ragioni Futuro

Paesi creditori, i Paesi del nord Europa e i Paesi dell’Europa meridionale, i Paesi della vecchia Europa e i Paesi della nuova Europa, quelli che hanno aderito al pro- getto comune soltanto nel 2004. Oggi, questa mancanza di fiducia, che purtroppo continua, meno drammatica che negli anni acuti della crisi, continua a condizionare pesantemente il processo decisionale in Europa. Se non si è riusciti, per esempio, ad adottare delle misure di riforma del governo della nostra moneta comune più significative, che vadano – non vorrei usare un linguaggio troppo da addetto ai lavori – nella direzione di una maggiore condivisione dei rischi, per esempio adottando strumenti comuni come gli eurobonds, di cui, suo tempo in Italia si è parlato, questo è in larga misura dovuto a questo clima di sfiducia che caratterizza il rapporto tra Governi dei Paesi membri. Io credo che la vera difficoltà, la vera sfida che si propone oggi all’Unione e ripeto che gli Stati membri e i Governi nazionali restano protagonisti e continuano ad essere la fonte primaria di legittimazione dei processi decisionali europei (certa- mente, il Parlamento europeo ha una sua responsabilità nell’assicurare questa le- gittimazione democratica, ma non c’è dubbio che i maggiori portatori di legittimità democratica siano i Governi nazionali) – sia quella di abbandonare grandi ipotesi di riforma istituzionale o costituzionale e di concentrarci su misure e progetti concreti che diano risposte soddisfacenti alle aspettative dei cittadini europei. Non è questo il momento per mettere in cantiere progetti di revisione dell’assetto istituzionale. La lezione del 2005 brucia ancora sull’Europa. Portare oggi un progetto di revisione dei Trattati al referendum nazionale, o anche addi- rittura a processi di ratifica di tipo tradizionale di tipo parlamentare, è un rischio enorme che nessuno vuole correre. Bisogna faticosamente ricostruire un clima di fiducia che consenta di fare quelle cose che oggi sono necessarie perché l’Unione possa recuperare la fiducia dei suoi cittadini. Aggiungo che ho osservato un mutamento di contesto – qualcuno l’ha accennato, stamani – che coincide grosso modo con i risultati delle elezioni del Parlamento europeo. Ci eravamo abituati a parlare in termini molto pessimisti, molto critici, delle prospettive della costruzione europea, davamo quasi per scontato che ci fosse 4. Europa: le ragioni 63

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