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F ERDINANDO N ELLI F EROCI Io vorrei riprendere alcune considerazioni che faceva il presidente Patuelli. Ha ragione il presidente Patuelli quando ci ricorda che, non solo l’Unione banca- ria, ma tutte le misure che sono state adottate durante quegli anni terribili della crisi, lo sono state in un quadro emergenziale e al di fuori di un progetto strategico condiviso. Si è trattato di tamponare qua e là delle situazioni di rischio gravissimo per l’intera eurozona. C’è stato un momento in cui si è pensato che l’euro potesse collassare. Non c’è dubbio che quella crisi ha dimostrato tutte le lacune e tutte le debolezze di quella costruzione dell’euro così come era stata definita a Maastricht e successivamente con il patto di stabilità e crescita. Ed è vero che oggi una riflessione su come migliorare il governo della moneta co- mune è urgente e necessaria, però bisogna anche guardarsi un attimo attorno e cercare di capire alcuni dati secondo me fondamentali. Primo, quanti in Europa effettivamente a livello di Governi, non dico di accade- mici, di think tank, di pensatori, quanti effettivamente condividono quest’esigenza per esempio di alleggerire i criteri relativi al massimo consentito di deficit o debito? Non vorrei che poi un giorno scoprissimo che abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo e dietro di noi non c’è nessuno. Sappiamo perfettamente che c’è un fronte nordico in Europa molto rigido su questo punto. Seconda cosa, il metodo. Abbiamo avuto fino a qualche settimana fa un Governo che pensava di imporre la sua linea battendo i pugni sul tavolo a Bruxelles. Oggi, abbiamo un Governo che con un metodo diverso sta cominciando a ottenere dei risultati, in un campo diverso. Penso, per esempio, al fenomeno migratorio, alla gestione dei flussi, alla richiesta che abbiamo fatto a più riprese di maggiore soli- darietà da parte dei nostri partner. Un piccolo passettino avanti è stato fatto a Malta qualche giorno fa: abbiamo finalmente registrato, sia pure in misura molto parziale, molto circoscritta, una manifestazione di solidarietà da parte di partner non indifferenti, e parlo di Germania e Francia. Perché cito quest’esempio? 4. Europa: le ragioni 73