Napoli2019 CONVEGNO NAZIONALE Europa Radici Ragioni Futuro

8 Europa: Radici - Ragioni - Futuro Europa unita nelle diversità. Dobbiamo un po’ finirla anche con le mura all’interno della nostra Europa e provare a ragionare dal Portogallo alla Russia, alleati e fratelli degli Stati Uniti, mai più subalterni. Penso a un’Europa che non cerca la massifi- cazione della globalizzazione al ribasso, ma che sappia valorizzare le sue qualità, che sappia scegliere finalmente un rapporto diverso con l’Africa e il Medioriente, in modo da non considerare più la tragedia umanitaria come un fatto emergenziale e trattare solo con la propaganda politica della contingenza. In questo, l’Italia può fare molto, e anche la nostra città può fare molto, perché siamo luoghi in cui si è scelto di non farsi trascinare dalla comunità del rancore, ma di provare a lavorare sulla coesione, sulla valorizzazione delle autonomie e delle differenze, di provare a stare insieme e considerare che la differenza è una ricchezza. L’Italia e l’Europa possono scegliere, e lo possono fare subito, di non continuare con gli errori di un eccesso di rigidità, di austerità, e a considerare i vincoli mone- tari finanziari e normativi prevalenti sulla crescita, sullo sviluppo della persona umana, sulla giustizia sociale. No sovranismi, quindi, ma neppure continuare come si è andati sinora. Io credo che occorra un grande piano di investimenti che metta al centro non più solo il denaro, la finanza, gli interessi monetari, ma le persone. Se non si coinvol- gono le persone, se non si coinvolge il capitale umano, non si va lontano. Concludo proprio su questo. La nostra città è stata oppressa in questi anni da au- sterità, pareggi di bilancio, fiscal compact, Maastricht e chi più ne ha più ne metta: senza un euro abbiamo deciso di partire con un riscatto della città soprattutto at- traverso il capitale umano. Il capitale umano è fatto di professionisti, è fatto di donne e uomini, è fatto di giovani, di persone che con esperienza e con dignità hanno portato avanti profes- sioni difficili in un territorio difficile. Senza questa rete di persone, di collettivi, di associazioni e di istituzioni locali, Napoli non sarebbe oggi la prima città d’Italia per crescita culturale e turistica, la terza per start up giovanili e il primo settore ci- nematografico all’aperto.

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