Napoli2019 CONVEGNO NAZIONALE Europa Radici Ragioni Futuro

e le dogane!!) nel quadro della sostenibilità in cooperazione con altri dicasteri. Spe- riamo che il Commissario Gentiloni, evitando di essere trascinato dentro dispute sulle flessibilità per l’Italia del Fiscal Compact, si concentri invece sugli investi- menti e sugli eurobond riprendendo anche su questi temi studi e proposte ufficiali, ufficiose e di analisti. La rilevanza di questi temi è cruciale anche per l’area del Mediterraneo allargato, tanto per il governo dell’impatto migratorio della dinamica demografica dell’Africa, la cui popolazione al 2050 (quasi) raddoppierà dagli at- tuali 1 miliardo e 300 milioni di abitanti a 2 miliardi e 300 milioni di abitanti, quanto per uno sviluppo del nostro Mezzogiorno d’Italia che è anche una frontiera rivierasca dell’Europa. Ed infine per il crescente ruolo da protagonista in Africa giocato dalla Cina con la quale l’Italia ha già un buon dialogo. Speriamo che l’Eu- ropa e l’Italia sappiano ritornare con i fatti e non solo per la storia alla determina- zione dei momenti innovativi dell’Unione europea. In particolare l’Italia occupa in questa vicenda e potrebbe occupare nei prossimi 5 anni una “peculiare” posizione perché, malgrado le apparenze, siamo rispettati per varie componenti tra le quali ne scegliamo alcune molto diverse tra loro ma anche per questo più significative. Una è il contributo dato alla costruzione europea. È una storia italiana importante e non solo per l’euro che deve molto agli italiani. Luigi Einaudi già nel 1943 e 1944, a guerra non ancora conclusa, prefigurò e progettò un tipo di moneta unica. E venendo al presente, nei suoi sette anni di mandato alla Bce, Mario Draghi è stato cruciale nel salvare la costruzione europea, addirittura consolidando l’euro nella crisi economica. Un altro punto di forza italiano è l’economia reale che, anche nella crisi, ha fatto molta innovazione e che continua a macinare surplus di commercio internazionale. Nel 2017 il saldo positivo della bilancia commerciale manifatturiera non alimen- tare è stato di 90 miliardi e quello totale prodotti è stato di quasi 50 miliardi. Ciò non basta a fare dell’Italia un Paese con prospettive di sviluppo rosee perché molti sono i problemi da risolvere e tra questi non pochi sono di tipo strutturale come quello degli investimenti infrastrutturali, del debito pubblico, dei divari Nord-Sud. Eppure gli ingredienti per risolverli ci sono e tra questi vi è anche quel 5. Europa: il futuro 93

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