Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa
NO AI POPULISMI DEMAGOGICI Bisogna tenere ben presente tutto questo di fronte all’offensiva semplicistica e po- pulistica degli euroscettici, che attribuiscono all’euro e all’Europa responsabilità che sono nostre: se negli ultimi 15 anni non abbiamo fatto le riforme istituzionali, sociali ed economiche necessarie ad assicurarci sviluppo, competitività e crescita non è colpa dell’euro. È solo colpa nostra. I cittadini che esprimeranno il loro voto alle prossime consultazioni europee de- vono ricordare che è anche grazie alla protezione valutaria dell’euro se abbiamo superato, pur con pesanti sacrifici in termini di disoccupazione, calo dei redditi e chiusure di imprese, la gravissima crisi della finanza pubblica degli anni scorsi. Senza l’euro il nostro pesante debito pubblico non sarebbe stato collocato sui mer- cati al ritmo di 400 miliardi annui tra rinnovi e aumenti. I cittadini devono ricordare anche che – oltre all’euro e prima dell’euro – l’Europa ha significato, a partire dalla seconda metà del “secolo breve”, 60 anni di pace; di libera circolazione delle persone, delle merci, dei capitali e dei servizi; di garanzia dei diritti fondamentali; di libertà e di democrazia. Cambiare ciò che oggi non va in Europa, non vuol certo dire rifiutarla in blocco per rifugiarsi nel nazionalismo e nel protezionismo. I cittadini devono tenere presente che l’Unione europea è stata capace di evitare contraccolpi drammatici del disfacimento dell’Unione Sovietica e dei suoi paesi satellite molti dei quali collocati sulle frontiere europee. IL RUOLO DELL’ITALIA L’Italia ha bisogno di riforme profonde, non perché le chiede l’Europa: perché le chiedono i giovani italiani, ai quali non possiamo lasciare in eredità un enorme debito pubblico, una bassa crescita e un sistema pubblico inefficiente. Se l’Italia farà le riforme necessarie, potrà contribuire da protagonista, da paese fondatore, al rilancio dell’Europa. Anche oggi l’Italia conta soprattutto per la forza della sua economia che si colloca al terzo posto in Europa dopo Germania e Francia e che se fossero fatte le riforme sistemiche potrebbe ragionevolmente passare al secondo posto nel quale è già per vari indicatori economici. Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 100
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