Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

progressivo ed ulteriore cambiamento ed alla rimozione delle ultime resistenze di autoreferenzialità. Perché noi abbiamo come oggetto, come ragione sociale del no- stro impegno e della nostra quotidianità, non un oggetto, ma un soggetto che è il più alto il più nobile, il soggetto del capitale umano, delle giovani generazioni alle quali soprattutto qui nel Mezzogiorno abbiamo il dovere di rivolgere un’offerta formativa che possa non solo renderli competitivi alla sfida del mercato del lavoro, ma soprattutto che li sappia anche affrancare dal vincolo ossessivo di un assisten- zialismo pubblico che in gran parte ha rovinato, con una spesa improduttiva, le prospettive e le capacità di questa straordinaria parte d’Italia. Ecco perché iniziative come queste assumono un rilievo straordinario e simbolico, così come simbolico è l’uso di questo Teatro Massimo, centro ideale della città e in qualche modo della regione. Lo stesso Teatro nel quale il 9 giugno procederemo alla proclamazione dei dottori di ricerca della nostra Università. Dottori di ricerca ai quali abbiamo fornito un modello speciale di formazione che guarda alle po- tenzialità dell’auto-imprenditorialità, che guarda all’impegno nell’incubatore di impresa della nostra università che è stato oggetto anche di investimenti interna- zionali e di venture capital. I simboli sono importanti anche perché l’università attraverso l’antimafia del fare, ancor prima di quella del dire, consente in larga mi- sura di costruire una nuova cittadinanza più libera e responsabile, una cittadinanza europea che sappia, per la speciale collocazione e connotazione culturale di questa terra, intersecare anche le ragioni e le sensibilità di una cultura mediterranea più vasta fino a formare una nuova regione euro-mediterranea nella quale il senso, il valore e il portato della cultura e della formazione possano essere elementi di vo- lano e di riferimento costante per un miglioramento che sia sociale e al tempo stesso economico e per l’edificazione di un’Europa che sia finalmente un’Europa dei cittadini. Quella stessa Europa dei cittadini che ha avuto un preambolo fon- damentale in questi anni nel programma di mobilità Erasmus, una vera e propria chiave di approccio democratico alla costruzione dell’Europa e che come Confe- renza dei Rettori abbiamo chiesto venisse, così come sarà da qui a poco, estesa anche alla mobilità in altri paesi extra europei. Insomma, abbiamo forte il senso della responsabilità di un impegno che guarda al futuro del Paese, ed è chiaro che i Cavalieri del Lavoro, élite imprenditoriale di 1. Indirizzi di saluto 17

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