Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

Tavola rotonda V IRMAN C USENZA Direttore Il Messaggero Penso che dopo la relazione del professor Sapir, a cui dobbiamo essere grati per la chiarezza con cui ha esposto un tema davvero complicato rendendolo non solo appetibile ma anche avvincente, e non solo da un punto di vista europeo ma anche da un punto di vista italiano, perché c’è abbastanza confusione. Credo che questa tavola rotonda sia un’opportunità di cui ringrazio i Cavalieri del Lavoro, a cominciare dal presidente D’Amato, perché gli interlocutori che discu- teranno con noi ci potranno aiutare a mettere alcuni punti fermi. Innanzitutto mi pare di potere riassumere così il tema: abbiamo bisogno di più Europa o di meno Europa, e soprattutto di quale Europa, di un’Europa diversa rispetto a quella che conosciamo? Forse il problema ricorrente è che questa Europa è lo specchio di molti mali italiani e che proiettiamo sull’Europa cose che avremmo dovuto fare noi stessi. Lo stesso presidente del consiglio nelle ultime settimane ha scandito uno slogan ma che mi sembra assolutamente condivisibile, cioè quello di dire “il problema non è quello che ci chiede l’Europa ma quello che noi dobbiamo fare a prescindere da quello che chiede l’Europa”. Cioè, i famosi compiti a casa, quelli in nome della pulizia dei nostri conti, della nostra affidabilità, la nostra competitività, dobbiamo farli a prescindere e non perché ce lo chiede qualche entità astratta o istituzionale a Bruxelles. Volevo iniziare dal professore Quadrio Curzio per affrontare un pò il tema che è in campo. Sapir ci ha fatto vedere come accanto ad un problema europeo non solo di politica monetaria, c’è una questione italiana che ha amplificato la crisi. Il problema, è questo: c’è stata una scarsa capacità di adeguamento italiano a dei parametri eu- Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 30

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