Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

ropei oppure, molto più semplicemente, c’è da cambiare una regola dando a cia- scun paese un’elasticità che consenta di stare nei parametri con più forza e con più efficacia. A LBERTO Q UADRIO C URZIO Università Cattolica del Sacro Cuore - Accademia Nazionale dei Lincei Desidero, innanzitutto, ringraziare il presidente D’Amato e il presidente Scelfo per l’invito a questo Convegno Nazionale dei Cavalieri del Lavoro che per me è anche l’occasione di incontrare ed ascoltare amici e personalità che stimo. Rispondo ora alla domanda del moderatore: Sapir ha fatto delle considerazioni molto interessanti, sottolineando la delicata posizione dell’Italia. Vorrei, tuttavia, evidenziare anche alcuni altri aspetti, ribaltando – in parte – la prospettiva di ana- lisi con alcune considerazioni sull’Italia e altre sull’Europa. L’Italia Nella crisi l’Italia ha dimostrato di essere un paese straordinariamente forte e per- sino virtuoso, in quanto il suo debito pubblico, nella crisi, è cresciuto in percen- tuale del Pil comparativamente poco rispetto agli altri paesi della Uem e molto poco rispetto a quello della Spagna. Ciò non significa che l’Italia sia fuori dalla crisi e che non necessiti di riforme. Cito solo alcuni punti di grande debolezza. L’Italia ha una pressione fiscale, espressa in termini di “total tax rate” sulle imprese, che è 20 punti sopra quello della Germania. La spesa pubblica, se non incontrol- lata, è stata ed è certamente eccessiva e mal distribuita tra le diverse finalità che caratterizzano una “buona” spesa pubblica. Se non si ristruttura la spesa è difficile ridurre la pressione fiscale, dato il nostro alto debito pubblico. Più in generale: l’Italia è il tipico paese molto forte e molto debole ad un tempo. Purtroppo le debolezze sono soprattutto le enormi resistenze al cambiamento. L’Italia ha bisogno di riforme strutturali che richiedono tempo, ma lo stesso non 2. L’Europa da costruire 31

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