Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 60 È necessario, oggi, ribadire con forza che il processo di riforma deve seguire un iter rapido, perché il paese, come ci ricorda spesso anche il Presidente della Repubblica, ha bisogno di liberarsi da contraddizioni e inefficienze antiche e recenti, che affon- dano le proprie radici anzitutto in radicate e ostruzionistiche pastoie istituzionali. E a proposito di pratiche ostruzionistiche, permettetemi di esprimere qualche per- plessità per i primi passi dell’iter parlamentare del Ddl sulle riforme costituzionali presentato dal governo. È quantomeno singolare che anche la scelta di fare del testo governativo quello di base per la discussione in commissione sia dovuta pas- sare attraverso complicate negoziazioni, che hanno dato l’immagine di un sistema che ancora fatica a slegarsi da una visione contingente e di breve periodo. Tornando al Def, devo aggiungere che alcune linee di azione specifiche non sono sempre interamente condivisibili: a questo riguardo, ho già espresso il mio disaccordo rispetto al modo con cui verrà operato il taglio del cuneo fiscale, una misura che le imprese chiedono da tempo e che è essenziale per ridurre il divario di competitività con i principali partner europei. Non condivido infatti la scelta dell’esecutivo di de- stinare solo una parte limitata di risorse alla riduzione dell’Irap, laddove invece un taglio significativo del cuneo dal lato del costo del lavoro sostenuto dalle imprese ri- darebbe fiato competitivo al Paese, con grandi benefici in termini di crescita. Al contrario, un intervento che ritengo positivo, anche perché mira a immettere ulteriore liquidità nel sistema, è quello sui ritardi di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, un problema che per il futuro deve essere risolto in via definitiva, evitando nuovi accumuli. Sono apprezzabili anche gli interventi a so- stegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane e la scelta del governo di finanziare gran parte degli interventi con i tagli di spesa derivanti dall’attività di spending review, come spinta a un vero recupero di efficienza delle nostre ammi- nistrazioni. Mi sembrano invece poco definiti gli interventi che dovrebbero supportare gli in- vestimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione, che costituiscono il vero motore della competitività. La crisi ci ha chiaramente mostrato che le imprese che hanno meglio affrontato le profonde difficoltà economiche di questi ultimi anni sono state proprio quelle più innovative, perché questo ha consentito loro di

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