Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa
maticità. Come definire il Mediterraneo oggi? Non forse come una zona di guerra? L’Europa riprenda la funzione politica di garantire, adesso e in futuro, la pace re- stituendo, come ha già detto il presidente, un senso alle istituzioni europee e al nostro essere cittadini in un mondo multi-polare. La politica deve esserne capace. L’espressione, ormai desueta, Stati Uniti d’Europa, incarnava un’idea federale del sistema. Federale significa che da Bruxelles si arriva fin davanti alla porta di casa mia e viceversa. Una visione in cui dal basso si esprime il bisogno di essere rappresentati ma anche il diritto di avere la capacità di muoversi. Per ridurre la burocrazia occorre restituire alle persone uno spazio di autonomia da esprimere in modo diverso nei diversi contesti. L’autonomia è fiducia nelle persone, un primo livello che porta, nei successivi, fino all’attribuzione di poteri a Bruxelles. Questa idea di federalismo non può arrestarsi al livello nazionale. Gli Stati Uniti d’Europa non possono solo mettere insieme le nazioni, Italia e Francia al loro in- terno devono ri-articolarsi su questo principio. Mi riferisco alla riforma del Titolo V e alla riforma istituzionali oggi in discussione. Come allentare la burocrazia? Innanzitutto sfuggendo dall’idea di uno stato guar- diano che regola ogni minuto della nostra vita. L’alternativa è quella di definire cornici di convivenza civile, anche identitarie, all’interno delle quali agiscono le autonomie. Come esempio vi porto quello delle scuole, delle università e degli enti di formazione professionale, sulla cui autonomia ho impostato la riforma del- l’istruzione e formazione in Emilia-Romagna e la costruzione dell’infrastruttura ER-Educazione e Ricerca. L’Europa non è e non può essere soltanto l’Europa guardiana e vigilante, lo stato nazionale non può limitarsi ad essere lo stato delle regole, le regioni non possono essere le “brutte copie” degli stati nazionali e i comuni non possono essere sem- plicemente gli ultimi terminali di tutte le burocrazie. Ripartiamo dal basso, dall’autonomia delle persone, dalla loro capacità di orga- nizzarsi, dalla sinergia tra pubblico e privato per progettare ed erogare servizi es- senziali alle comunità. Torniamo a credere e a comunicare che è possibile creare delle opportunità. Se c’è una cosa che il nostro Paese ha dimostrato – in diverse fasi della sua storia, anche le più critiche – è la capacità di reagire e di muoversi. 3. Le riforme per essere protagonisti in Europa 63
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