Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa
Pensiamo al dibattito in corso oggi in Europa sul rinascimento della manifattura, sollecitato da noi, partendo dal basso. Torniamo ora al Titolo V, a cui ho già accennato. Da una lettura del testo, emer- gono luci ed ombre. Possiamo anche ridurre le competenze concorrenti ma, per favore, non per trasferirle tutte dalla periferia al centro, perché il centro non sa- rebbe in grado di gestirle. Approfittiamo di questo passaggio, invece, per ridurre drasticamente i vincoli, definiamo quadri generali all’interno dei quali ci si possa muovere. Nel testo è scritto anche che sono attribuite alle regioni solo le compe- tenze non già enumerate nel lungo elenco di quelle affidate allo stato. Un’impo- stazione che può avere ricadute positive solo se si prende in considerazione un federalismo asimmetrico o a geometria variabile costruito sulla capacità dei singoli governi regionali non di inventare nuovi vincoli, ma di progettare nuove oppor- tunità. L’idea di rilanciare un nuovo regionalismo, in una fase in cui le disparità interne sono cresciute a dismisura, mi sembra la vera sfida. Approfittando della presenza del dottor Rocca mi piacerebbe allargare la discus- sione anche alla scuola e, in particolare, alle scuole tecniche, un terreno su cui esercitarci per misurare cosa possa essere uno stato delle opportunità, che cosa si- gnifichi una nuova capacità di autonomia in cui dare spazio anche alle sinergie tra pubblico e privato per ricostruire la comunità locale, senza la quale anche la co- munità europea rischia di annullarsi. V IRMAN C USENZA Grazie Bianchi per il contributo fattivo non solo da politico ma anche da impren- ditore. E proprio a Rocca io rivolgerei la domanda spostandola anche su un pro- blema che incrocia la burocrazia da una parte e le risorse dall’altra, e in mezzo anche la capacità imprenditoriale di sapere gestire le risorse. Mi riferisco al pro- blema che prima Moavero ha accennato, i fondi strutturali europei che per l’Italia sono la classica dimostrazione di una grandissima opportunità, dobbiamo spendere ancora da qui a 7 anni 90 mld di euro, una cifra iperbolica, eppure siamo dei 27 paesi europei il penultimo, addirittura superati dalla Bulgaria che è di recentissima aggregazione all’Unione europea. Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 64
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