Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

3. Le riforme per essere protagonisti in Europa 65 Come spiega Rocca una incapacità come questa italiana, tra l’altro poi con degli stop and go anche molto significativi, perché per esempio fino al 2006 l’Italia è riuscita a spendere il 70% dei fondi strutturali europei e poi dal 2006 a oggi invece è ripartita un’inversione di tendenza molto preoccupante che ci fa temere anche di perdere quelli futuri. La domanda è questa: perché, secondo lei c’è questo gap, da che cosa dipende e alla fine i governi sono quelli che possono guidare meglio il percorso? G IANFELICE R OCCA Presidente Gruppo Techint Per arrivare ad affrontare questi temi, riprendendo i temi che sono stati trattati, partirei da alcune considerazioni che mi derivano da una visione globale, visto che un Gruppo come il nostro ha il 10% della sua attività in Europa e il 90% nel resto del mondo. Primo. Europa non vuol dire euro, su questo si fa una certa confusione. Dobbiamo distinguere, perché possiamo avere un’Europa perfettamente funzionante con un euro che non lo è, perché non ha le caratteristiche di un’area valutaria ottimale. Io sono tra coloro che pensano che l’euro è nato male, ed è anche per questo che bisogna avere più Europa. L’euro infatti è nato non da una leadership, ma da una serie concatenata di eventi avvenuti per mancanza di leadership. Kohl è andato avanti nell’unificazione tedesca, Mitterrand ne era preoccupato e gli chiese la mo- neta unica. Maastricht non nasceva da un processo di convergenza reale delle eco- nomie, ma sommando parametri-obiettivo solo di finanza pubblica. Di qui nasce la regola del 3% di deficit sul Pil e il limite del 60% di debito pubblico. Mitterrand chiese che entrasse l’Italia sin dall’inizio, per evitare la competizione che veniva dall’Italia con le sue svalutazioni. E anche la Confindustria tedesca la pensava così, mentre la Bundesbank no. Bisogna riconoscere che non nasce così un’area valutaria ottimale, l’euro da questo punto di vista è nato malissimo. E oggi noi siamo im- pegnati a rimediare a qualcuno di quegli errori.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=