Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa
Un’area si definisce ottimale quando o i paesi vanno nella stessa direzione, sono molto simili fra di loro, si dice “sincronizzati”, oppure esiste una totale mobilità della manodopera. Negli Stati Uniti può capitare in fasi del ciclo economico che il Connecticut e il Massachusetts siano sincronizzati e il Texas no, ma la mobilità del lavoro e di tutti i fattori produttivi garantisce il fatto che shock asimmetrici vengano recuperati attraverso il principio di vasi comunicanti, che operano per la convergenza delle diverse curve di costo e produttività. Noi non abbiamo vasi co- municanti nei mercati del lavoro come in moltissimi mercati dei beni e dei servizi, siamo entrati nell’euro senza costruire passi successivi a questo scopo. Ecco perché quando è arrivato lo shock asimmetrico della crisi mondiale, in assenza di stru- menti di riequilibrio automatici, come dice Warren Buffett quando scende la marea si vede chi nuota nudo: ecco, noi nuotavamo nudi. Che cosa succede normalmente nei sistemi federali? Quando va male l’Alabama accade che si pagano meno tasse ma si continua a incassare il Medicare & Medi- caid, cioè la sanità a carattere pubblico, e i sussidi di disoccupazione. Quindi c’è un sistema automatico di riequilibrio, automatico, non è una decisione degli Stati che si riuniscono per dire “cosa facciamo per l’Alabama?”. Il sistema scatta in tempo reale, senza decisioni politiche che non sarebbero mai efficaci quando le asimmetrie si creano. Noi nell’Unione europea dal caso della Grecia in avanti, cioè da più di tre, anni siamo lì a decidere paese per paese interventi lambiccatissimi, con tempi dilatati, consensi nazionali da strappare a costo di penosi negoziati. Per questo penso che l’euro sia nato male. Dobbiamo, quindi, “fare” molta più Europa. Tranne che – onestamente penso vada detto – la posizione tedesca non agevola una prospettiva di questo genere. Io faccio professione di realismo: oggi possiamo parlare finché vogliamo di Europa federale ma non è cosa dell’oggi, oggi il punto è un’Europa in cui la Germania si presti a più inflazione, perché altrimenti l’unico modo di aggiustamento degli squilibri è la deflazione. Ma la deflazione ha costi sociali ed economici altissimi. Tanto più elevati in quanto dobbiamo riequilibrare differenze competitive che si sono molto accresciute in questo periodo. Se come Italia abbiamo perso oltre 30 punti percentuali di produttività sulla Germania, in Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 66
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