Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

V IRMAN C USENZA Grazie a Gianfelice Rocca perché ha fatto un intervento esaustivo da una parte e appassionato dall’altra, ma al tempo stesso centrato sul problema produttività ed ha evocato il problema delle regole, della iper-regolamentazione dei mercati ed anche dell’economia in generale. A questo punto chiamo in causa il presidente dell’antitrust, che gioca in casa in quanto palermitano, ma questo non c’entra, anzi direi che questo osservatorio è ancora più utile, come dice appunto un altro palermitano, per capire quanto è più complicata l’Europa vista da questo angolo di osservazione e quindi per capire quanto bisogna semplificare, quanto bisogna sburocratizzare, quanto bisogna tagliare i vincoli al sistema per poterlo liberare. G IOVANNI P ITRUZZELLA Presidente Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Certamente bisogna fare tantissimo, ma questa politica di semplificazione, come è stato detto, di eliminazione di regole, si inserisce nel quadro generale che oggi è stato tratteggiato da Sapir, secondo me in modo chiaro: noi ci troviamo di fronte ad una crisi dell’euro che nasce fondamentalmente da grandi squilibri macroeco- nomici tra i vari paesi, paesi che appunto avevano una perdita secca di competiti- vità, paesi che importavano e che non hanno utilizzato i vantaggi derivanti dall’euro, cioè i bassi tassi d’interesse, per ridurre il debito pubblico. Lo ha fatto il Belgio, non lo ha fatto l’Italia. Qui l’altro aspetto che emerge dall’analisi di Sapir, cioè il declino italiano inizia molto tempo fa. Oggi nel dibattito politico abbiamo una cosa tremenda. L’euro viene visto come la fonte di tutti i mali e con una tec- nica politica ben precisa: individuare un nemico esterno per compattare le truppe e contemporaneamente impedire di vedere quali sono i reali problemi. Il reale problema è proprio la perdita di competitività del Paese che è dovuta a vari fattori. L’eccesso di regole, l’eccesso di burocrazia, l’eccesso di vincoli, sono sicuramente alcuni degli elementi che appesantiscono il Paese. D’altra parte il presidente Squinzi lo ripete fin dall’inizio del suo mandato, appunto dobbiamo creare una situazione diversa, ma come? Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 70

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