Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa
3. Le riforme per essere protagonisti in Europa 71 Il governo è intervenuto sul settore dell’organizzazione del personale, dello statuto della burocrazia. È una cosa importante ma non basta, abbiamo tante altre pro- blematiche che pesano come macigni sulla competitività del nostro Paese e quindi sulla capacità delle nostre imprese di competere nel mondo. Un aspetto che oggi viene sottovalutato e che invece negli ultimi interventi è stato messo in evidenza, secondo me è centrale: abbiamo una sovrabbondanza di regole che rende il diritto inconoscibile. Quando, appunto, un operatore straniero chiede “posso fare questo investimento in Italia?”, nessuno sa dirgli sì, no e in quanto tempo. Questo deriva dalla burocrazia ma deriva a monte da un quadro legislativo e regolatorio che è inconoscibile, e questo non mi pare che ci sia nell’agenda pubblica in questo mo- mento. Quindi, semplificare innanzitutto a livello di norme, dopodiché occorre evitare la presenza di una molteplicità di attori istituzionali nel sistema, abbiamo troppi soggetti che concorrono alle decisioni. Sotto questo profilo la battaglia per l’eliminazione delle province è una cosa importante non soltanto sul versante della spending review, ma anche sul versante dell’efficienza; troppi attori significano pa- ralisi, difficoltà di prendere decisioni. E qui entra in gioco la riforma del Titolo V. La riforma del Titolo V è essenziale perché noi abbiamo creato nel 2001 un mostro creando, appunto, la necessità di raggiungere l’accordo tra diversi soggetti su vi- cende, su interventi, su investimenti che hanno una portata nazionale. Pensiamo, per esempio, all’energia: la competenza concorrente in materia di grandi reti di trasporto di energia elettrica, non c’è in nessun assetto federale. In questa prospet- tiva credo che tanto va fatto, ma in ultimo vorrei dire una cosa. Anche la vicenda istituzionale, la riforma del senato, dell’apparato dello stato, è importante perché questo Paese in un momento in cui i destini nazionali si giocano in Europa e do- vrebbe poter avere un ruolo forte in Europa, non per battere i pugni ma per dare proposte concrete, per conoscere quello che si fa, in realtà ha un assetto di governo caratterizzato da troppi poteri di veto che impediscono le decisioni. Se quindi noi abbiamo bisogno di eliminare questi vincoli, perché non basta liberalizzare – io in quanto Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato prospetto l’elimina- zione di tutti i colli di bottiglia e le aperture dei mercati – ma se poi non c’è un ambiente che consente di fare business, come si ricordava pure stamattina, non
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