Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

ficato il 72,2%. La nuova programmazione 2014/2020 è però bloccata in attesa della firma dell’accordo di partenariato. Essere virtuosi non paga. Le risorse non spese in altre realtà regionali mettono in difficoltà coloro che hanno speso correttamente e nei tempi previsti. Credo che la domanda sorga spontanea: il governo nazionale riesce a mettere tutti nelle condizioni di operare al meglio o ha intenzione di livellare al ribasso? L’esercizio delle competenze assegnate alle regioni, unito al quadro di risorse del Fse per noi, in Emilia-Romagna, ha rappresentato una straordinaria opportunità. Ci ha consentito di superare la concezione di formazione professionale intesa come “canale” parallelo all’istruzione, per costruire un sistema di educazione e ricerca fondato su specializzazione e complementarietà e sulla collaborazione tra i soggetti formativi e le imprese che svolge un ruolo nell’attrazione di investimenti, nella promozione di un’occupazione qualificata e di una crescita sostenibile perché fon- data sui diritti delle persone. Un’infrastruttura riconoscibile anche dalle multina- zionali tedesche che hanno scelto di investire nella nostra regione. Perché è vero quello che dice Rocca: dopo più di 10 anni di unione monetaria, l'euro ha favorito processi di integrazione fra imprese e sistemi territoriali più spinti verso la globalizzazione. Consci che le situazioni interne al nostro Paese sono molto differenziate, noi siamo fortemente legati alla struttura centrale che in questi anni si è più compattata, evidenziando lo spostamento al margine di altre aree del- l’Unione. Questo è il vero problema dell’Europa, dopo anni di euro asimmetrico, cioè di eco- nomia senza politica: il corpo centrale è più forte di prima e il margine è un po’ più periferico. Ma attenzione, i fondi strutturali sono fondi strutturali. Noi, in pieno accordo con l’Europa e in polemica con tutti i governi di questi anni, ab- biamo sostenuto che i fondi strutturali non devono sostituire i fondi nazionali per attività corrente e che non servono per pagare la social card. Servono invece per realizzare quelle infrastrutture che sono fondamentali per far fare un salto in avanti al Paese, per favorire la coesione e per colmare le disparità tra territori lontani l’uno dall’altro, anche attraverso la capacità di gestire progettualità condivise. È in questa logica che stiamo lavorando con le scuole dell’Assia, del Baden-Württemberg e 3. Le riforme per essere protagonisti in Europa 73

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