Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

dell’Aquitania e che abbiamo messo a disposizione di altre regioni italiane il nostro sistema informativo lavoro, perché l’innovazione o è open source o non è. E servono, i fondi strutturali, se si programmano con una capacità di visione. Qual è la visione del nostro Paese? Lo chiedo a voi, che rappresentate parte fondamentale dell’identità e della responsabilità collettiva di questo Paese: dove stiamo andando? Tre cose di questo Paese si possono dire con certezza. Innanzitutto, l’Italia è un paese manifatturiero, il che vuol dire capace di usare la testa e le mani insieme. Le scuole non sono state disegnate per questo. Se la nostra ricchezza è nel lavoro e nella produzione, occorre ripensare ad una scuola capace di insegnare ai ragazzi a “pensare con le mani”. Secondo, bisogna trovare un meccanismo per valorizzare il merito, perché diverse sono le realtà, le famiglie e le storie da cui ognuno di noi proviene, ma uguali per tutti devono essere le opportunità di provarci. Solo il ri- conoscimento del merito può formare una nuova classe dirigente in questo Paese, giovani che hanno l’ambizione di diventare Cavalieri del Lavoro, ambizione che la scuola spesso non insegna. Terza cosa, direi fondamentale, sono le grandi tec- nologie e la ricerca che ha l’obbligo di misurare i propri esiti anche in termini di ricaduta sociale. Il Paese è spaccato, solo un quarto delle imprese italiane, più com- petitive anche delle concorrenti tedesche, cresce soprattutto sull’estero. Un altro aspetto mi sembra da sottolineare. Se da una parte le tecnologie permet- tono di puntare su dimensioni d’impresa più piccole, di ridurre la dimensione di scala della produzione – e questo è un aspetto decisivo per noi che lavoriamo per- sonalizzando il prodotto – dall’altra è aumentata l’estensione dei mercati, diventati davvero più grandi. Bisogna indurre le imprese a costruire reti, a mettersi insieme, a crescere per avere le dimensioni e la capacità di comprendere a livello globale. Non mi stanco di ripeterlo: è la scuola il punto, la scuola deve diventare la visione su cui esercitare la nostra leadership. Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 74

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