Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

3. Le riforme per essere protagonisti in Europa 75 V IRMAN C USENZA Grazie Bianchi anche per il tuo contributo pragmatico del problema e quindi non astratto. Io tornerei a Pitruzzella per poi andare a Rocca. C’è un problema di leggi, di finanziamenti e opportunità, però c’è anche un problema di concorrenza bloc- cata a livello europeo che riguarda le industrie italiane che poi competono in Eu- ropa e naturalmente anche, viceversa, per quelle che vogliono competere in Italia. Quali sono i settori in cui questo si materializza? G IOVANNI P ITRUZZELLA Ritorniamo proprio a quel grande tema del mercato interno: noi non possiamo vivere con barriere nazionali, è da lì che passa la crescita, e per realizzare il mercato interno bisogna non soltanto che noi a casa nostra facciamo i nostri compiti perché sul settore dell’apertura delle liberalizzazioni tante cose sono state fatte e occorre che anche gli altri paesi europei facciano lo stesso. Penso, per esempio, al settore del trasporto. Esistono delle barriere in alcuni paesi che impediscono ai nostri ope- ratori di poter competere ad armi pari per avere appalti nel settore dei trasporti. Ma penso soprattutto a quel settore del manifatturiero che è stato evocato più volte. Il presidente Squinzi ha parlato secondo me assai giustamente di un indu- strial compact che dovrebbe essere una delle priorità da proporre nel semestre eu- ropeo, e uno dei problemi che esistono sono proprio le norme tecniche che talora costituiscono un ostacolo all’ingresso dei nostri prodotti in altri mercati. Però qui c’è un tema secondo me cruciale, perché se è vero che dobbiamo creare un Mercato unico, se è vero che dobbiamo evitare che altri paesi sfruttino le regole per impedire la penetrazione delle nostre aziende, è pur vero che l’Italia deve poter partecipare all’elaborazione delle regole europee con consapevolezza. Dobbiamo acquisire la consapevolezza che i destini nazionali si giocano in Europa, qualsiasi altra via è una via di chiusura, è una via perdente. Ma se i destini nazionali si gio- cano in Europa occorre che la classe politica, che l’amministrazione, sia presente nel momento in cui si fanno le regole, e questa è una cosa che manca. Tante volte noi protestiamo a valle dopo che le decisioni vengono prese, ma nessuno ha par- tecipato con consapevolezza a quelle scelte.

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