Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

alla capacità di essere una potenza economica in grado di mobilitare e di muovere risorse significative su questo tema, e che trova la sua legittimazione nella capacità di difendere anche livelli di crescita. È quindi in questa logica che bisogna legare insieme tutti questi temi, perché il mondo di oggi è un mondo molto più pericoloso e instabile di quello che abbiamo conosciuto negli ultimi cinquant’anni. La dinamica geo-politica alla quale stiamo assistendo mette in evidenza come allo spostarsi del potere economico si spostino anche, su altre latitudini e in altri scenari, il peso e il ruolo politico con progetti di imperialismo non solo economico ma anche politico e geografico. È quello che si sta definendo oggi nell’est dell’Europa, quello che sta accadendo anche in Oriente dove la Cina riprende ambizioni non solo di tipo geografico tra- dizionale, ma anche di tipo espansionista che fanno parte della sua cultura stori- camente imperialista e che si collegano alla sua capacità di essere una dittatura fortemente efficiente e pragmatica, che combatte con democrazie fortemente inef- ficienti, come è stato ben ricordato. Per non parlare poi di quello che è il Medi- terraneo da tempo in fiamme con profondi conflitti dal punto di vista religioso, dal punto di vista politico e del terrorismo. Un mondo quindi in disordine che ha bisogno di avere un’Europa più forte, con un ruolo più unito, più consapevole e responsabile per garantire la pace e la stabilità del mondo, pace e stabilità che non possiamo più affidare ai soli Stati Uniti i cui limiti, le cui debolezze e le cui miopie sono state per troppo tempo fortemente evidenti e alle quali noi non abbiamo saputo fino ad oggi porre alcun rimedio e a dare alcun tipo di contributo. È per svolgere questo ruolo, innanzitutto un ruolo che garantisca spazi di vita, diritti e prospettive di stabilità, che l’Europa ha bisogno di fare un salto di qualità. Quindi, c’è bisogno di più Europa, non c’è dubbio, ma c’è bisogno di un’Europa diversa, un’Europa molto diversa da quella che noi abbiamo conosciuto negli ultimi anni. È su questo tema che, a mio modo di vedere, bisogna ragionare. Ragionarne adesso, alla vigilia delle elezioni europee e all’inizio di una legislatura importantissima per il futuro del nostro continente – ed io credo anche per il fu- turo degli equilibri nel mondo – non vuol dire ragionarne oggi e finire qui il di- battito, vuol dire cominciare a ragionare oggi e continuare in un percorso che deve Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 88

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