Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

e che sia soprattutto in grado di fare dei passi avanti nel completare questo suo processo di governance che, incompiuto così come è oggi, ci impedisce davvero di fare tutto quello che è necessario per rimettere in moto un processo di crescita e di sviluppo. Nel 1992 Jacques Delors aveva fatto immaginare a tutti un’Europa provvida di benefici, benefattrice che quasi automaticamente avrebbe dispensato, realizzando quelle premesse e quei presupposti, vantaggi per tutti e per sempre. Era vero, ma non era vero così fino in fondo e così non è stato, così come non è vero che oggi l’Europa è la matrigna che priva del pane i propri figli e li costringe alla recessione e alla povertà, perché neanche questo è vero. Quello che è vero è che l’Europa è uno spazio indispensabile da costruire innanzitutto sul piano politico e istituzionale, e che molti degli elementi necessari per costruire un’Europa migliore passano attraverso riforme necessarie e indispensabili per costruire anche paesi membri e migliori. Il fatto che non riusciamo a fare le riforme nei nostri paesi, non avendo la forza e la leadership per farle, non possiamo addebitarlo all’Europa nella quale molto spesso la politica è stata assente o è stata mal rappresentata, lasciando ampi spazi a una burocrazia e tecnocrazia spesso molto capace che ha finito per co- prire spazi e ruoli che non dovevano essere della burocrazia o della tecnocrazia. Il risultato è un’amplificazione di distorsioni, di problemi, un’Europa troppo inva- dente in alcuni casi e assolutamente assente in altri casi, un’Europa che decide e stabilisce quali sono i micro particolari della nostra vita quotidiana, ma che è assente sul piano della politica internazionale perché non sa darsi politiche comuni, che è assente sul piano della difesa, perché non sa darsi una politica della difesa. Un’Eu- ropa che non è in grado di mettere a fattor comune quelli che sono gli elementi fondamentali di una politica industriale e che sono stati indicati in molti degli in- terventi di oggi, la politica dell’energia, indispensabile non solo per i costi e per l’autonomia delle industrie, ma indispensabile anche per il riequilibrio geo-politico, essendo noi oggi fortemente dipendenti da due aree a rischio come il Sud dell’Eu- ropa, cioè il Nord del Mediterraneo, e l’Est, entrambe pericolose e instabili. È su questi temi che l’Europa dovrebbe essere presente e non lo è. Possiamo noi, in attesa che si realizzi e si disegni un percorso e un sogno diverso, cominciare a fare dei passi in avanti perché si esca da questa situazione di stallo e si costruisca qualcosa di più? Per esempio, una politica estera comune, una politica commerciale Riformare l’Italia e l’Europa per competere e crescere 90

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