Palermo2014 CONVEGNO NAZIONALE Riformare l'Italia e l'Europa

impone la spending review ai paesi membri, facendo anche bene, ma che è inca- pace di farsi la propria spending review. Ancora oggi il modesto bilancio europeo è prevalentemente speso per ragioni di politica nazionale, sussidi all’agricoltura piuttosto che investimenti mirati a quelle che sono le nuove frontiere dello svi- luppo e della competizione. Non vuol dire che noi non dobbiamo avere una po- litica agricola adeguata, ma continuare ancora oggi a spendere, come si faceva agli inizi della costituzione di questa Europa, quella quantità di risorse su questi capitoli di spesa - mentre il mondo è cambiato - vuol dire che questa Europa non è capace di indicare la via del futuro. Un’Europa che condanna, che continua giustamente a mostrare il pollice verso ai paesi sull’eccesso di burocrazia e di inefficienza am- ministrativa ma che è essa stessa campione di burocrazia e di inefficienza ammi- nistrativa. Non per questo l’Europa va buttata via, è proprio per questo che l’Europa va rifatta, va ricostruita e va ricostruita in una logica responsabile, con- sapevole e soprattutto partecipata. Queste sono le ragioni per cui abbiamo fatto questo convegno, e siamo contenti di averlo fatto in questa bellissima città che è nel cuore di un Mediterraneo che rappresenta e ha rappresentato per la storia del mondo il più grande patrimonio di ricchezza, di intelligenza, di crescita e di civiltà e che può ancora contribuire a svolgere un ruolo fondamentale affinché il nostro mondo sia un mondo nel quale l’equità, la solidarietà e la giustizia siano ancora a lungo garantite attraverso processi di crescita e processi di sviluppo economico che noi non sappiamo governare se non dandoci ruoli e dimensioni diversi rispetto a quelli del passato. È la prima volta che conosciamo una fase di pace così lunga nella storia europea, non abbiamo mai avuto due generazioni che non facessero una guerra, però ci troviamo nuovamente con tanto disordine intorno a noi. Se vogliamo continuare a difendere questo bene supremo che è la pace, e lo dobbiamo fare anche garan- tendo giustizia e tenuta sociale, lo dobbiamo fare avendo una capacità di gover- nance politica, oltre che economica, molto più forte, molto più responsabile, molto più partecipata. È vero che la crisi ci costringe a guardare al nostro ombelico, ma è anche vero che le crisi che abbiamo davanti sono talmente importanti che ci im- pongono di alzare lo sguardo dai problemi di oggi e saper costruire da oggi le so- luzioni di domani. 4. Intervento conclusivo 95

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